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lunedì, Settembre 16, 2024
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Parla il pensionato 72 enne che martedì è uscito di casa sparando
“Dovevo attirare l’attenzione sul mio caso” | INTERVISTA

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SANTA TERESA DI RIVA – “Sono stanco di subire soprusi, da dieci anni cerco giustizia, ma non trovo risposte. Ho sparato per attirare l’attenzione sul mio caso, non avevo intenzione di ferire nessuno”. Parla il pensionato 72enne di Santa Teresa di Riva che il pomeriggio di martedì scorso è uscito da casa imbracciando un fucile (che deteneva regolarmente) ed ha sparato in aria mentre il custode giudiziario nominato dal tribunale prendeva possesso di un suo box-garage che era stato venduto all’asta. Fuggi fuggi generale e intervento dei carabinieri.

Antonino Rigano, bancario in pensione, riprecorre la sua storia e l’ultimo episodio conclusosi con  quel gesto eclatante che ha gettato il panico nel quartiere. Tutto è cominciato quando, più di dieci anni fa, una sua nipote ha aperto una attività di bar-tabacchi-ricevitoria lotto per la quale il pensionato ha prestato la sua garanzia alle banche che avevano concesso un prestito. Dopo anni di boom, gli incassi sono improvvisamente diminuiti, i pagamenti sono saltati, le banche hanno chiesto il rientro. E qui comincia l’odissea dell’ex bancario che scopre l’ardua via dei decreti ingiuntivi, le ipoteche, i pignoramenti, la vendita all’asta nonostante lui avesse presentato delle controdeduzioni “che il tribunale non ha mai esaminato perché – dice – si è perso il fascicolo”. Da qui il senso di ingiustizia e di persecuzione. Ha la sensazione di essere rimasto in trappola, di non essere stato adeguatamente tutelato, cerca di rintracciare la nipote che nel frattempo è tornata in Argentina, mentre la procedura immobiliare va avanti e lui ci perde la salute, il sonno nonostante i due figli lo sostengano, lo rincuorino durante tutta questa via crucis. Scrive alla Procura della Repubblica, sollecita gli avvocati, ma non riesce ad avere quelle risposte che magari potrebbero tranquillizzarlo. “Mi sono state nascoste delle carte, avrei potuto pagare i 100 mila euro richiesti, solo che lo avessi saputo”. Ora si sente un perseguitato dalla giustizia.

“Dopo anni di persecuzioni giudiziarie – dice – ora temo per la mia incolumità e per quella della mia famiglia”. I carabinieri di Santa Teresa di Riva dopo averlo a lungo interrogato gli hanno sequestrato un fucile ed una pistola, che deteneva legalmente. “Sei mesi fa – ci dice – avevo avvertito tutte le autorità che non avrei subito passivamente ulteriori angherie e che avrei potuto reagire impulsivamente. Quando quel giorno ho visto cinque persone che armeggiavano davanti alla porta del mio garage e sfondavano il lucchetto, non ho resistito. Mi dispiace per i vicini che, conoscendo me e la mia famiglia, non si aspettavano un gesto così eclatante, ma sono veramente stanco di ingiustizie. Perché i miei ricorsi non sono stati esaminati dal tribunale?”. Il problema non si risolve sparando, ma il gesto ha mosso qualcosa.

 “Ora il livello di attenzione si è alzato – dice – e chiedo che il tribunale esamini le mie istanze  e le memorie, dove sono elencati errori e forzature, ed annullare la procedura immobiliare, consentendomi di pagare il giusto dovuto”.

Purtroppo la storia potrebbe ripetersi, perché il prossimo 10 aprile è stata fissata l’asta per la vendita della casa in cui abita e il pensionato sembra deciso, nonostante i suoi 72 anni e gli acciacchi per le traversie che ha dovuto passare.

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