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lunedì, Novembre 25, 2024
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Pagliara, acqua inquinata nei rubinetti. 

PAGLIARA – Non solo l’acqua non è potabile, ma da oggi sarà anche razionata. I disagi sono maturati durante il nubifragio dei giorni scorsi, quando la fitta pioggia ha ingrossato le acque del torrente Paglira, che  hanno aggredito parte dei serbatoi, ubicati all’estremità dell’alveo. Il sindaco del comune collinare e’ stato costretto ad emanare una ordinanza,  informando i cittadini che  non potranno utilizzare il prezioso liquido proveninete dall’acquedotto comunale  per uso domestico o per uso potabile previa bollitura. “La rottura della tubazione  – si legge del documento –  ha determinato  il mancato arrivo dell’acqua nei  serbatoi siti in località Battista e nello stesso tempo ha causato l’inquinamento dell’acqua potabile”. I  lavori di riparazione della condotta idrica sono stati avviati tempestivamente, anche con qualche difficoltà, perché il Pagliara continua a scorrere  con una certa portata. “A seguito di una forte alluvione – ha  spiegato  il sindaco Domenico Prestipino –  si sono verificati dei danni alle tubazioni idriche di alimentazione dei serbatoi posti nell’alveo del torrente Pagliara. Adesso l’ufficio tecnico comunale  quantificherà i danni e successivamente l’addetto acquedottista effettuera’  i necessari  controlli, e cioè la pulizia e la disinfestazione della condotta, nonche’ la clorazione dell’acqua”. Dopo queste procedure i cittadini potranno riutilizzare l’acqua per uso potabile.  Nel mentre  il sindaco ha ordinato alla cittadinanza “di astenersi  dal consumo per uso potabile e domestico dell’acqua proveniente dal civico acquedotto e dalla fontanelle pubbliche, se non previa bollitura”. Non è la prima volta che si verificano questi danni ai serbatoi. E il problema è sempre lo stesso. Quando gonfia il torrente Pagliara le acque scorrendo aggrediscono  queste enormi cisterne, ubicate ai lati dell’alveo, per cui sarebbe opportuno  spostare  in altra zona i serbatoi. “Ma come si fa – ha detto ancora Prestipino – ci vogliono un sacco di soldi. Ci siamo rivolti alle autorità competenti, tra cui la Protezione civile, ma non abbiano avuto risposta”.

   

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