Studenti archeologi alla riscoperta degli antichi acquedotti della Riviera Jonica mentre c’è chi discute una tesi sulla valorizzazione dei vecchi pozzi di Santa Teresa di Riva che tanto benessere hanno portato alle nostre campagna fin quando sono stati in attività.
Gli alunni delle classi prime e seconde del liceo classico “Caminiti – Trimarchi” di Santa Teresa di Riva hanno incontrato, nei locali della biblioteca, Alberto Rapisarda, ex allievo del liceo, neolaureato in Beni Culturali, che ha tenuto una interessante lezione sul tema: “Il sistema di Distribuzione delle acque nel comprensorio di Taormina in età imperiale”. Prendendo spunto dalla citazione del geografo Pausania, secondo il quale potevano fregiarsi del titolo di “città” solo i centri abitati in cui fosse presente almeno una fontana, Rapisarda ha analizzato l’archeologia del sistema di approvvigionamento idrico (mediante cisterne e acquedotti) della Tauromenion dell’Età imperiale romana. In particolare, ha concentrato la sua attenzione sull’acquedotto che riforniva la città tramite il torrente Ghiodaro, nella vallata di Mongiuffi Melia, i cui resti, parzialmente interrati, sono tuttora visibili nei dintorni del santuario della Madonna della Catena.
La realizzazione di tale complesso idrico, secondo la teoria del dott. Rapisarda, dovrebbe essere connessa a quella delle terme pubbliche di Taormina e il suo percorso avrebbe avuto una lunghezza compresa tra i sedici e i ventidue chilometri. L’argomento ha suscitato negli studenti vivo interesse e grande curiosità che si sono concretizzati in una serie di domande poste allo studioso al termine della lezione.
Per la realizzazione dell’incontro il liceo si è avvalso della sempre preziosa collaborazione dell’Archeoclub area jonica di Santa Teresa di Riva nella persona del Presidente, architetto Domenico Costa, che si è reso disponibile per ulteriori appuntamenti di interesse storico-archeologico.
oggi Rossella Buscari ha discusso la tesi su “La valorizzazione turistica dei pozzi ottocenteschi di Santa Teresa di Riva”. Nella parte finale invita l’amministrazione a farsi carico della rilevazione e valorizzazione dei pozzi, al fine di assicurarne la fruizione per fini turistici.