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mercoledì, Gennaio 15, 2025
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Un lascito di 5 milioni di euro in beneficenza

Era originario di Roccalumera l’ufficiale dell’esercito in pensione che alla sua morte ha lasciato 5 milioni di euro a undici associazioni benefiche di Bergamo, città dove aveva sempre vissuto dopo avere sposato Anna Venanzi, bergamasca originaria di Palosco, nata nel 1926 e scomparsa lo scorso 8 novembre. A rendere nota la notizia, un lontano parente dell’ex ufficiale, che vive a Santa Teresa di Riva. Lui, il marito, era Giuseppe Caminiti, nel lancio di agenzia viene indicato come di “origini siciliane”, ma il cognome è molto diffuso nella nostra zona per cui è scattata la ricerca sulle origini e le eventuali parentele. Così le indagini hanno dato il loro frutto grazie anche alla disponibilità degli uffici anagrafe della zona, soprattutto Casalvecchio, Santa Teresa di Riva, Furci e Roccalumera.

Giuseppe Caminiti, si è scoperto, era nato a Roccalumera il 16 agosto 1930, ed è morto il 19 novembre 2014. Risiedeva nella città orobica dagli anni  ’50 dove era stato trasferito dall’esercito. La coppia era senza figli.

Caminiti, giovanissimo aveva lasciato Roccalumera per arruolarsi nell’esercito e poco più che ventenne era stato distaccato alla caserma Montelungo, e nelle sue libere uscite a Bergamo aveva conosciuto la futura moglie. Una lunga vita in comune, matrimonio senza figli, ed entrambi i coniugi morti a novembre a soli 11 giorni uno dall’altro, hanno lasciato tutta la loro liquidità, 5 milioni di euro, a enti di ricerca e associazioni bergamasche, in tutto 11 realtà destinatarie di fondi suddivisi in parti uguali: 454.545 euro per ognuna. Un anno prima di morire si erano presentati entrambi dal notaio, chiedendo la redazione di un «testamento pubblico», stilato di fronte a loro e a due testimoni neutrali, come prevede la legge. Non avevano figli, i due anziani, «quindi nessun legittimario», solo parenti più lontani, sparsi per l’Italia. «Vogliamo che i nostri soldi siano utili agli altri», questa la loro volontà, materializzatasi in un elenco di destinatari del loro lascito, che marito e moglie avevano preparato personalmente.
A tutti, associazioni, fondazioni, istituto di ricerca e centri di assistenza, è già arrivata la comunicazione, in posta elettronica certificata, che illustra il lascito. La procedura testamentale è già esaurita: è il momento di trasferire i fondi indicati dalla coppia di filantropi. «Un caso davvero raro, eccezionale – commenta il notaio Fabrizio Pavoni -. Le associazioni onlus, e gli enti di ricerca, presentano spesso le loro attività ai notai, auspicando, laddove possibile, di poter ottenere lasciti finalizzati alla beneficenza. Ma mi sono sempre rifiutato di agire in tal senso. In questo caso non ce n’è stato proprio bisogno. La coppia ha voluto le idee chiare fin da quando si è presentata nel mio studio. Un gesto che lascia davvero il segno». A rendere nota la notizia, un lontano parente dell’ex ufficiale, che vive a Santa Teresa di Riva e che ci ha chiesto di poter conservare l’anonimato. 

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