L’indagine dei carabinieri di Santa Teresa di Riva, su direttive della Procura, per i cattivi odori che ammorbano l’aria di Furci, potrebbe fare chiarezza sui tanti misteri che avvolgono questo fenomeno che tiene in apprensione una intera cittadinana. Come è noto, in seguito alle proteste e alle segnalazioni dei cittadini, la scorsa estate la consigliera di maggioranza Raluca Sandra, formulò una interrogazione al consiglio comunale con la quale chiedeva l’intervento del sindaco, dell’assessore all’ambiente, dell’Arpa e dell’Asl, e di altri enti eventualmente competenti, per “appurare le origini di tali esalazioni e valutarne la natura e l’eventuale tossicità” e provvedere a porre fine al reiterarsi di questo fenomeno che teneva banco tra la popolazione di Furci. L’industria additata come “untore”, la Misitano& Stracuzzi, si chiamò subito fuori appellandosi a “esperti del settore che hanno escluso categoricamente la presenza di sostanze tossico-nocive emesse dall’industria Misitano & Stracuzzi spa, la quale utilizza come materie prime gli agrumi, universalmente riconosciuti per le proprietà nutri-farmaceutiche; di tal ché è da escludere qualsiasi immissione nociva per la salvaguardia ambientale e la tutela della salute pubblica”. E per fare chiarezza una volta per tutte si dichiarò disponibile ad un confronto pubblico con amministratori e cittadini “al fine di dirimere qualsiasi dubbio ingenerato dalla divulgazione delle notizie” riportate nell’interrogazione della Raluca Sandra che, come abbiamo riferito ieri, è stata querelata per questo. Il confronto non c’è mai stato. A questo punto, visto che in paese non si parla d’altro e cresce la preoccupazione nella cittadinanza, visto che si diffondono voci incontrollate e prive di qualsiasi fondamento scientifico, sarebbe utile che il sindaco Sebastiano Foti ed il preisdente del consiglio Gianluca Di Bella raccogliessero la proposta della Misitano&Straccuzzi, ed organizzassero un incontro pubblico oppure una riunione consiliare aperta, affinchè si dica quel che deve essere detto e si metta una pietra sopra su una vicenda che non può essere alimentata dai rumors e che mettono alla berlina una industria che opera da 90 anni e da lavoro a decine di persone, e la consigliera Sandra che ha la sola colpa (se di colpa si tratta) di non avere fatto come lo struzzo e di volere chiarezza nell’interesse della cittadinanza tutta.