FURCI SICULO – E’ diventato un caso comunale, il furto dei dieci computer sottratti da una stanza blindata del Centro diurno. I carabinieri di S.Teresa, al comnado del maresciallo Mairuzio La Monica, hanno interrogato impiegati comunali, dipendenti del Consorzio Universitario, funzionari municipali: tutte persone che avevano la chiave del locale. “I dieci computer – ha precisato il sindaco Sebastiano Foti – sono stati acquistati dal comune e facevano parte di un progetto info-telematico predisposto dall’amministrazione comunale. Non avevano spazi disponibili dove tenerli, e in attesa di metterli in funzione abbiamo chiesto al Consorzio Universitario di darci una stanza. E così è stato. Gli addetti hanno sistemato i dieci computer in questo stanzone del Centro diurno, che poi è stato chiuso con una porta blindata. Avantieri sono spariti”. Da qui la denuncia e le successive indagini dei carabinieri. Oltre il Consorzio Universitario, nei locali del Centro diurno, ubicati sulla circonvallazione di Furci, si trovano la Biblioteca comunale, la Protezione civile, il Museo del Mare e squadre di operai che stanno eseguendo dei lavori. Ma quanti avevano la chiave della stanza blindata? I carabinieri stanno interrogando le persone che potrebbero essere coinvolte in questo anomalo furto, che per certi versi sta interessando l’intera comunità. Anche perché la porta non è stata forzata e quindi solo chi aveva la chiave poteva entrare nella stanza. Gli investigatori hanno effettuato parecchi sopralluoghi, interrogato diversi impiegati comunali e a quanto sembra il cerchio sta per stringersi.