Pericolosa la strada provinciale Roccalumera Mandanici. Parlano i sindaci.

Pagliara – Una sola strada e per giunta a rischio. Stiamo parlando della Roccalumera Mandanici, una provinciale ridotta a mal partito e che mette  quotidianamente in seria difficoltà il transito viario. I due sindaci sono sul piede di guerra. “Non nascondiamo che il pericolo c’è – ha dichiarato il primo cittadino di Pagliara Domenico Prestipino – e che alle prime piogge dalle colline scivolano sulla strada massi e pietrisco. Soprattutto in contrada Maglia, sotto il cimitero. Dieci anni fa sono dovuti intervenire i Vigili del Fuoco per rimuovere un grosso macigno, oggi il problema è sempre lo stesso. La settimana scorsa un masso di oltre 150 chili e caduto sulla strada. La storia si ripete, ma nessuno interviene. Se la Provincia regionale di Messina non ha soldi, che intervenga la Protezione civile, perché con questo continuo terrore non possiamo più convivere”.  Sulla stessa linea il sindaco di Mandanici, Armando Carpo, il quale la ha più volte manifestato all’ufficio tecnico della Provincia la criticità di contrada Boscano, dal cui costone roccioso vengono giù non appena imperversa il maltempo grossi massi, che mettono a rischio gli automobilisti in transito. “Occorre la messa in sicurezza di tutta la zona – ha dichiarato Carpo – anche perché da qualche tempo ha dato segnali di cedimento. Sappiamo che la Provincia regionale di Messina non ha risorse, però qualcosa bisogna fare, perché una imponente frana e a seguire la caduta di grossi massi  potrebbero sbarrare completante la strada ed isolare il paese”. La provinciale Roccalumera Mandanici è lunga circa dieci chilometri. Una strada a rischio per la carenza di guard rail e per l’asfalto tutto cosparso di buche ed avvallamenti. Adesso maggiormente pericolosa perché minacciata, ad ogni temporale, di caduta massi e smottamenti. “La Provincia, la Protezione civile o qualche altro Ente devono intervenire – ha detto infine il sindaco di Pagliara – perché in queste condizioni non possiamo più vivere. Cioè, con la paura che da un momento all’altro ci può cadere un macigno in testa”.