Una grande folla ha reso oggi pomeriggio l’ultimo saluto a Federico Andò, l’autotrasportatore trentacinquenne di Santa Teresa di Riva morto lo scorso sabato assieme al suo amico Enzo Casablanca (i funerali domani a Savoca nella Chiesa Madre) sull’autostrada Trieste –Torino mentre erano fermi sulla loro auto nella piazzola di sosta subito dopo il casello di Padova Ovest, tamponati dall’auto condotta da un giovane albanese di 21 anni che ne aveva perso il controllo, forse per un colpo di sonno, forse per una distrazione.
Tanta gente oggi a S.Teresa si è stretta alla giovane vedova, in attesa del terzogenito, ed ai due giovani figli, ai familiari. Era tanta la gente che ha voluto dire una parola di conforto alla famiglia nella loro casa di Sparagonà che il funerale è cominciato quasi con tre quarti d’ora di ritardo. Ma sul sagrato della chiesa nessuno ha manifestato impazienza, nessuno se ne è andato prima che arrivasse il carro funebre con la bara di Federico, coperta da un semplice cuscino di fiori.
Hanno atteso tutti in silenzio, un silenzio irreale, perché nei funerali, in attesa del rito religioso, si chiacchiera sempre del più e del meno, di tutto tranne che dello scomparso. Ma stavolta non c’era spazio per altri pensieri se non per quello di questo giovane che un destino terribile ha sottratto all’affetto della sua famiglia, di quel bambino, il terzo, che nascerà senza conoscerlo. Quando il corteo si è mosso da casa per raggiungere il Santuario della Madonna del Carmelo percorrendo strade che Federico conosceva a memoria, c’è stato come un fremito, come se ciascuno dei presenti, dei parenti, degli amici, fosse stato derubato di qualche cosa.
Il lutto cittadino è stato rispettato dalla gran parte dei commercianti. Molte le luci nelle case private lasciate accese per tutta la giornata.