ROCCALUMERA – Quaranta donne, a titolo gratuito, lavorano quotidianamente per battere un guinnes dei primati: quello della sciarpa più lunga d’Italia, la cui leadership è attualmente detenuta da un paesino della Lombardia, che ha messo su una sciarpa di tre chilometri e 230 metri. Nella sede dell’associazione “E Berta Filava”, sulla centrale via Umberto I di Roccalumera, ogni giorno si danno il cambio quaranta donne (quasi tutte signore esperte a lavorare ai ferri), che con bravura e pazienza intrecciano i ferri per allungarla sempre più. Attualmente sono stati realizzati 1490 metri di sciarpa, ma l’obiettivo è di quattro chilometri, cioè quant’è lungo il paese di Roccalumera. “La sciarpa è larga trentacinque centimetri e man mano che si realizza viene assemblata e accatastata in una stanza della nostra associazione – ha dichiarato Teresa Brancato – Stiamo lavorando con impegno e costanza, per cui pensiamo di raggiungere l’obiettivo molto presto. Una volta superati i tre chilometri e mezzo, presenteremo il nostro record durante un eccezionale evento, cui inviteremo anche il Ministro al ramo e altre personalità regionali e nazionali”.
Ma come si fa a lavorare insieme per realizzare la sciarpa più lunga dello Stivale? A rispondere è sempre la Brancato: “Nella sede dell’associazione “E Berta Filava” quando le persone ci portano maglioni per lo Smistausato noi prendiamo quelli malandati, sfiliamo la lana, poi la raccogliamo in gomitoli e successivamente la utilizziamo per la sciarpa. Non è semplice. Le donne che lavorano a questo primato sono tutte casalinghe. Non appena hanno momenti liberi vengono qui, prendono i ferri, la lana e si mettono ad operare con impegno. Il bello è che sono tutte gasate, convinte di centrare molto presto l’obiettivo. Quando sono in tante a lavorare, qui nelle stanze della nostra associazione, è anche suggestivo, perché da ognuna si diparte un pezzo di sciarpa, che a fine giornata saranno tutti cuciti e arrotolati. Un divertimento, ma anche una scommessa la nostra. E ci riusciremo. Noi siciliani quando ci mettiamo in testa un progetto, lo portiamo sempre a compimento. Anche lavorando gratis, come stiamo facendo”. La cosa simpatica è che al raggiungimento di questo primato è interessato tutto un paese. Perché, a parte le quaranta donne che lavorano a turni alternati, quasi ogni giorno dalla sede “E Berta Filava” passano decine di persone per portare da bere alle lavoratrici e per informarsi sull’andamento dei lavori e soprattutto quanti metri ne sono stati realizzati in una giornata. E quando sono pochi sbuffano e si lamentano.