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Furci, la droga sta aggredendo tantissime famiglie. Mons. Giò durante la santa messa denuncia il triste fenomeno

Furci Siculo è un piccolo paese, eppure non passa mese che non viene arrestato un giovane per droga. Spesso sono anche due e qualche volta pure in cinque. I carabinieri giorno e notte ispezionano questo piccolo centro turistico, che sta passando alla storia come  fucina di drogati o venditori di sostanze stupefacenti. E dispiace, dispiace tanto. Per la famiglia, per i genitori, per i fratelli. Che fare? Mons. Giò Tavilla, venuto a conoscenza di questo disagio sociale, ha inviato un messaggio ai credenti ed ai cittadini di buona volontà di Furci, perché insieme si può vincere la droga. Ed ha lanciato il messaggio durante la santa messa, proprio quando i papà e le mamme si trovavano in chiesa per assistere al rito religioso. Abbiamo battezzato mons. Giò  “padre coraggio” perché  ha avuto proprio  il coraggio di denunciare apertamente questo triste problema, che come un cancro sta aggredendo un intero paese. Ecco la lettera, senza nulla togliere né aggiungere:

“La triste situazione dell’uso della droga, che rischia di attanagliare la nostra amata Furci,  soprattutto i nostri giovani, ci interpella, perché scuote la nostra coscienza di cittadini e di credenti.

Siamo un popolo che crede nei valori che rendono grande e bella la società. Siamo un popolo che eleva l’impegno sociale con il dono della fede e guarda con affetto ai tanti giovani tanto da voler proporre loro in modo costante l’invito a vivere una vita che meriti di essere vissuta in pienezza.

La nostra comunità parrocchiale non può e non vuole restare indifferente. Rischiamo di vedere giovani soli, svuotati della loro dignità, privati della speranza, rubati dei loro sogni. Non possiamo tacere! La fede e il cuore gridano in noi, affinché tutti siamo vigili, prendiamo a cuore la sorte gli uni degli altri, e tuteliamo coloro che sono il nostro presente e il nostro futuro.

Coma parroco di questa amata cittadina chiedo a tutti di offrire un pezzo del vostro cuore, di prenderci cura gli uni degli altri, di camminare insieme e stringerci tra noi, affinché nessuna forma di male possa far breccia e deturpare la bellezza del volto della nostra Furci e dei nostri giovani.

Ma da soli nessuno di noi può fare qualcosa di buono: disperderemo le nostre forze, incontreremo i nostri limiti, potremo non essere incisivi… e intanto vite si possono incamminare su sentieri tenebrosi che conducono alla morte del cuore. Desidero invitare tutti ad incontrarci – Istituzioni locali e cittadini – e trovare soluzioni, a pregare perché il Signore accompagni e benedica ogni nostro sforzo, a lanciare messaggi di aiuto e di speranza attraverso il generoso servizio dei mass media locali, invitandoli a non cercare forme di scoop che scuotono, ma a prendersi a cuore la voglia di luce che già arde nella nostra Furci, ma grazie a ciascuno di noi vuole brillare sempre più.

La notizia giunta l’8 maggio dell’arresto di Peppe Leocata, non un giovane e basta, ma un nostro giovane, figlio di questa terra e di questa parrocchia ci interpella e ci impone di trovare soluzioni che vincano il male della droga! In contatto con la famiglia, so che oggi è già in comunità per riprendere un percorso che lo aiuti ad uscirne. E noi, che facciamo? Non è un membro della nostra famiglia? E forse vogliamo illuderci che a Furci solo lui abbia a che fare con la droga? Sarebbe un errore gravissimo, visto che tanti insospettabili sembra facciano uso di droga… Aspettiamo ancora, prima di gridare che vogliamo proporre una vita migliore? E possiamo forse lasciare soli i genitori di Peppe e qualunque genitore che vive la sofferenza? Allora, fratelli miei, domando: dove sono tutti i papà, dove sono tutte le mamma? Dove siamo noi Istituzioni? Stiamo uniti, usciamo allo scoperto, impariamo a chiamare ogni cosa e persona col nome giusto, riconosciamo il male per vincerlo e, anche se costa sacrificio, togliamo ogni possibile maschera per costruire con ogni uomo, con ogni giovane, con ogni furcese una città più bella e luminosa”.

Il vostro parroco

Mons. Giò

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