SANTA TERESA DI RIVA – La mancata istituzione delle consulte comunali, previste dallo statuto, rappresenta una occasione mancata per il maggiore coinvolgimento dei cittadini nella vita politico – amministrativa della nostra città. La questione dopo gli impegni del sindaco assunti lo scorso agosto quando vennero rimodulate le competenze delle consulte, portate da sei a tre, è finita nel silenzio, nonostante più volte il circolo del Pd avesse cercato di stimolare l’amministrazione De Luca. Ora torna sotto i riflettori della politica grazie ad una interrogazione che il gruppo consiliare di minoranza rivolge al sindaco Cateno De Luca ed al presidente del consiglio Danilo Lo Giudice, che, invece, in questo recente passato, hanno rivolto attenzioni ed energie per la costituzione dei comitati di quartiere che hanno rappresentato un momento di partecipazione anche questo importante, con l’elezione diretta dei componenti dei comitati stessi. Le consulte sono un’altra forma di partecipazione democratica, sicuramente più specialistica, visto che ne dovrebbero far parte i rappresentanti delle associazioni no profit. E se i comitati di quartiere sono stati sponsorizzati dall’amministrazione attiva, le consulte sono un cavallo di battaglia dell’opposizione, che ora ritorna alla carica con l’interrogazione firmata da Davide Trimarchi, Santi Veri, Sebastiano Pinto e Antonio Di Ciuccio. Manca la quinta firma, quella di Franco Brancato, solo perché il consigliere di “Città Libera”al momento è impegnato all’estero per lavoro. I consiglieri interroganti ricordano preliminarmente che “il Consiglio Comunale nella seduta del 19 agosto 2013 ha accorpato le originarie sei consulte in tre e precisamente in: Consulta dello Sport, Cultura, tempo libero e Ambiente; Consulta per Pari Opportunità – promozione Socio Assistenziale – Anziani; Consulta per le politiche giovanili ed ha provveduto ad approvare il regolamento che le istituisce”. Breve inciso per sottolineare che all’albo on line del comune di Santa Teresa di Riva è pubblicato il regolamento risalente al 2009. Sarebbe il caso di aggiornarlo con le decisioni adottate il 19 agosto. “Considerato che attraverso la loro istituzione il Comune valorizza e promuove la partecipazione delle associazioni locali e dei singoli cittadini all’amministrazione locale; e che le Consulte Comunali sono degli organismi che hanno funzione propositiva, consultiva e orientativa su argomenti che assumono particolare rilevanza per la comunità cittadina” ma non deliberativa (ndc), Trimarchi, Pinto, Veri e Di Ciuccio chiedono a sindaco e presidente del consiglio se e quando “l’Amministrazione intende attivare le consulte considerato che il regolamento che le istituisce è stato approvato in seduta di Consiglio Comunale del 19.8.2013”. La mancata istituzione delle consulte a tutto vantaggio dei comitati di quartiere non è un momento di amnesia dell’amministrazione comunale nel riconoscere anche questa forma di democrazia partecipativa, ma una chiara scelta politica.