LIMINA – Mentre Santa Teresa di Riva chiede all’Iacp 50 alloggi popolari per fare fronte all’emergenza abitativa che si è creata nel comune rivierasco, a Limina le case popolari ci sono ma restano sfitte ed a disposizione dei vandali che le hanno depredate di ogni cosa, persino delle caldaie. Si tratta degli otto alloggi di contrada Egitto, completati cinque anni fa quale “residuo” di 20 alloggi, per un finanziamento dell’assessorato regionale ai lavori pubblici del 2001 per un importo di oltre un milione e mezzo di euro, che non sono stati ancora assegnati, per i quali, finalmente, sembra si sia concluso in questi giorni il lungo contenzioso con l’impresa costruttrice (la stessa che aveva costruito i 12 alloggi di contrada Ciranno, già assegnati). Un contenzioso che si risolve, però, con un “salasso” per le casse comunali visto che bisognerà accendere un mutuo di 70 mila euro per rifare il prospetto di tutti e venti gli alloggi (anche di quelli già consegnati) con un “cappotto di sughero” che le impermeabilizzi a dovere. L’impresa c metterà la manodopera. “Abbiamo raggiunto proprio in questi giorni un accordo con l’impresa – spiega il sindaco Filippo Ricciardi – ora il nostro ufficio tecnico preparerà tutto il carteggio da sottoporre agli organi competenti e poi saremo pronti a ripartire. Prima dell’estate”. Scatenato, invece, il gruppo consiliare di minoranza: “E’ inaccettabile – dice il consigliere Domenico Saglimbeni – dover fare un mutuo dopo aver speso milioni di euro per fare delle case a regola d’arte che oggi scopriamo non essere tanto a regola d’arte! Il direttore dei lavori, l’assessore al ramo dov’erano? Chi pagherà per queste gravi inadempienze? Chi è il responsabile di tutto ciò? Purtroppo alla fine pagheranno solo i cittadini e gli amici degli amici la passeranno liscia come sempre!”.