SANTA TERESA DI RIVA – A Santa Teresa di Riva ci sono almeno 300 famiglie in gravissime difficoltà economiche, altre 100 in emergenza casa e ridotte all’elemosina, il dato è calcolato per difetto dall’assessore ai servizi sociali del comune, Pina D’Arrigo, che in questi giorni è alle prese con la redazione del “regolamento per il contrasto alla povertà e alla marginalità sociale” che dovrà essere sottoposto al vaglio del consiglio comunale e che dovrebbe fare da battistrada a quegli aiuti economici agli indigenti annunciati in un convegno lo scorso Natale in cambio di una prestazione di servizio di attività civica. Le modalità saranno definite in questo regolamento. Intanto si sta lavorando alla costituzione di un ente che riunisca comune, associazioni di volontariato e parrocchie che si proponga il fine di alleviare il disagio sociale. Nel bilancio 2014 sarà previsto un fondo comunale per sostenere queste iniziative che opereranno su due direttive: lavori socialmente utili comunali e l’ente morale di solidarietà sociale. Nel primo caso le famiglie che non hanno la possibilità di pagare i tributi comunali potranno offrire in cambio al Comune piccoli lavoretti di manutenzione. Il Comune risparmierà, ed i contribuenti si metteranno in paro con i tributi comunali. L’amministrazione comunale conta di investire per questo progetto quasi 300 mila euro per il 2014. Le risorse, secondo quanto ha dichiarato il sindaco, saranno reperite dal risparmio sugli affidamenti esterni che saranno gestiti con personale comunale e dalla riduzione dello straordinario dei “comunali”. Molto, quindi, bolle in pentola per la solidarietà. Finora, però, si tratta di annunci, i fatti arriveranno con la presentazione del bilancio di previsione 2014 dove si potrà toccare con mano quale sarà lo sforzo dell’amministrazione comunale in questo settore di assistenza economica finalizzata. Secondo quanto trapela dagli uffici che si stanno occupando della redazione del regolamento per il contrasto alla povertà e marginalità sociale, i requisiti essenziali per potere acceder ai benefici dfi questo fondo sono: la residenza, lo stato di disoccupazione, l’avere avuto lo scorso anno un reddito inferiore ai 9000 euro, ma, soprattutto l’abilità al lavoro del soggetto interessato. Non ci sarà l’assalto al Forte Apache perché le domande saranno vagliate da una apposita commissione e la graduatoria sarà resa pubblica (anche se resta da capire come potrà essere superato lo scoglio della privacy). Per quanto riguarda la costituzione dell’ente morale di solidarietà sociale tra comune, associazioni e parrocchie, suggerito dall’amministrazione comunale, non tutti la condividono. Sono state formulate altre proposte, per lo più sulla natura di questo organismo che dovrebbe coordinare gli aiuti alle famiglie in difficoltà. Nessuna proposta è venuta, invece, per quanto riguarda il reperimento di altre risorse. Insomma, anche in questo caso, un “armiamoci e partite” basta per alleggerire la coscienza di qualche filantropo in pelliccia. Il sindaco Cateno De Luca ha aperto un altro fronte, quello degli alloggi a canone sociale per giovani coppie o famiglie che non riescono a pagare l’affitto della propria abitazione e stanno subendo lo sfratto. E’ una vera emergenza, secondo il sindaco, perché ci sono almeno un centinaio di famiglie che da un momento all’altro potrebbero non avere più una casa. A Santa Teresa di Riva da venti anni non si costruiscono alloggi popolari. “Non avete idea – dice il sindaco – quante famiglie vivono in dei garage e scantinati adattati alla meno peggio. A Santa Teresa di Riva servono almeno 100 alloggi a canone sostenibile. Speriamo che il 4 febbraio con l’Istituto autonomo case popolari si possa trovare una soluzione”. Non resta che incrociare le dita. Se almeno qualcuna di queste iniziative andasse in porto sarebbe un evento eccezionale che potrebbe costituire un precedente per tante amministrazioni comunali che si trovano a fare i conti tutti i giorni con la crescente povertà e emarginazione di larghi strati di popolazione.
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