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domenica, Novembre 24, 2024
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Un ricordo della “Briguglio Film”

Il quarantenne Ferdinando Briguglio, classe 1908, imprenditore messinese nato nel rione di Santa Margherita, che negli anni ’40 e ’50 aveva messo su una ditta, gli “Stabilimenti Briguglio”, capace di dare lavoro a quasi cinquecento tra operai e impiegati vari, nel ramo della produzione di conserve alimentari (succhi d’arancia o salsa di pomodoro nonché essenze di agrumi per profumi), aveva una viscerale passione per il cinema tale da fondare nel 1947 una casa di produzione e distribuzione cinematografica, la “Briguglio Film” con sede a Messina e a Roma. Il marchio era quello della Trinacria che s’incastonava al centro tra le scritte in minuscolo di “briguglio” e “film”. Oltre alla distribuzione di commedie americane, che contribuì a far conoscere nell’area del Mediterraneo, egli arrivò a produrre nel 1948 un film di successo, primo esempio di satira e denuncia del trasformismo fascista. Il titolo era “Anni Difficili”, regia di Luigi Zampa, su testo niente meno che di Vitaliano Brancati (Il “Vecchio con gli Stivali” del 1944). Le vicende riguardano un onesto impiegato municipale siciliano costretto ad iscriversi nel 1935 al PNF. Tuttavia, nel 1944 dopo lo sbarco degli alleati, lo stesso podestà di allora – nel frattempo diventato sindaco – che prima gli aveva imposto la tessera del partito fascista adesso lo epura…. Fra gli interpreti segnaliamo accanto ad Ave Ninchi, Massimo Girotti e Delia Scala anche Umberto Spadaro, figlio di genitori catanesi, uno dei co-fondatori del Teatro Stabile di Catania. Premiato alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia del 1948 con la Coppa Enic per “la migliore fattura tecnica”, diede impulso a Briguglio di imbarcarsi nella produzione di una seconda (e ultima) pellicola, che uscì nelle sale italiane nel 1950. Il titolo del film era “Quel fantasma di mio marito”, regia di Camillo Mastrocinque su soggetto di Antonio Pietrangeli, interprete un giovane Walter Chiari, svogliato giornalista, prima licenziato, poi riassunto ma spedito sul fronte della guerra arabo-israeliano, che prima si fa credere morto e poi torna a casa come un eroe redivivo. Il film non riscosse successo né tra i critici, né al botteghino e pose fine all’entusiasmo di Briguglio come produttore. Quest’ultimo film fu tuttavia rivalutato a posteriori tanto che il Festival di Locarno del 2009 lo inserì come evento speciale della rassegna, dopo che lo stesso giunse a nuova vita a seguito della restaurazione da parte della Cineteca di Milano.

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