Savoca – Esordio con successo per il Savoca, ma l’Itala non ha demeritato. La squadra del tecnico Tusano, pur trovando il vantaggio con il bomber Mangiò, nella prima parte della gara, nella seconda frazione di gioco non è riuscita a rendere più sostanziosa la vittoria. Anzi, nel finale di partita, ha rischiato pure la beffa. Gli ospiti, ben messi in campo e con tanti giovani, hanno contrastato bene Rovito e compagni, nella zona nevralgica del campo, non disdegnando delle ripartenze bene organizzate. La prima azione degna di nota è dei savocesi con Mangò che, al 7’, su lancio di A.Impellizzeri, si libera bene in area, ma conclude sopra la traversa. Al 10’ è lo stesso Impellizzeri a chiamare in causa l’estremo difensore ospite che si salva in angolo. Al 28’, Cardia esce a pugni chiusi in mischia e si fa male in uno scontro con un suo compagno di squadra. La partita viene sospesa per alcuni minuti, poi, il portiere si riprende e ritorna in porta. L’Itala si fa vedere dalle parti di Di Bella, al 28’, con una punizione di Codraro che sfiora la traversa. Il Savoca, riprende a dettare i ritmi della partita e, al 35’, si porta in vantaggio con Mangiò, lesto a mettere la sfera alle spalle di Cardia, su lancio di Rovito. L’Itala stenta a riprendersi e, al 43’, il solito Impellizzeri mette a centro area un invitante pallone per Rovito il cui tiro, però, non va nello specchio della porta. Nella ripresa, il Savoca tenta di chiudere l’incontro, ma l’Itala si difende con ordine e contrattacca. Al 48’, Pantò con un fendente, su punizione dal limite, impegna Cardia alla deviazione in angolo. Al 55’, si fanno vivi gli ospiti con Codraro che costringe Di Bella alla respinta di pugno. Al 59’, Maccarrone colpisce, di tesa, la faccia superiore della traversa. Al 63’, il portiere Cardia chiede la sostituzione, a causa dei danni fisici rimediati nella prima parte della partita. In porta va Cassisi II, mentre al posto di Cardia entra Scopelliti. Girandola di sostituzioni da parte degli allenatori con il gioco che va sempre scemando fino al triplice fischio del signor Saccà di Messina che ha diretto con buona padronanza.
Foto di Gianni Arpi
