SANTA TERESA DI RIVA – Un libero consorzio tra comuni tra Santa Teresa di Riva e Giarre con comune capofila Taormina? Si può fare. Almeno a sentire alcuni sindaci della jonica che abbiamo intervistato. E viene anche fuori che qualche tempo fa a Giardini Naxos c’era stata una riunione promossa dal sindaco di Bronte Pino Firrarello, che avanzava l’idea di costituire un libero consorzio dell’Etna con Bronte, Randazzo, Giarre e Taormina con oltre 150 mila abitanti. I sindaci dei comuni messinesi della jonica che hanno partecipato a questo incontro hanno respinto questa proposta che li avrebbe veramente ridotti a frazione dei comuni più grossi del catanese. Proposta archiviata prima ancora di scrivere un semplice foglio di presenza (e c’erano tutti i sindaci dei comuni jonici, da Santa Teresa di Riva a Giardini Naxos). Cancellata questa proposta, l’altro giorno il sindaco di Taormina Eligio Giardina ha buttato lì, nel corso di un incontro con i primi cittadini di Giardini Naxos, Letojanni, Castelmola e Gallodoro, la proposta di un consorzio che unisse i comuni da Santa Teresa di Riva a Giarre sia della riviera che della fascia pedemontana etnea, fino a Randazzo. “Immaginiamo un organismo che abbia una connotazione territoriale anche simile al Distretto che i vari Comuni hanno messo in campo per il turismo e la promozione del comprensorio. Ciascuna realtà ha delle peculiarità ma nel complesso è possibile mettere in campo il turismo balneare e quello montano, eccellenza enogastronomiche e varie attrattive. Tutto può integrarsi se, come auspico, troveremo una sintesi degli obiettivi e dei presupposti indispensabili affinchè si realizzi tale prospettiva”. C’è un piccolo neo: la proposta è stata annunciata sui giornali, ma nessuno dei sindaci oltre quelli menzionati, è stato coinvolto. E di questo se ne dolgono un po’ tutti. Creare una zona cuscinetto tra le aree metropolitane di Messina e quella di Catania, dovrebbe essere l’obiettivo dopo l’abolizione delle Province. “Anche se ancora non c’è niente di concreto – spiega il sindaco di Forza D’Agrò, Fabio Di Cara – dobbiamo valutare attentamente quello che si andrà a decidere. Certo, per noi Taormina è un punto di riferimento importante, ma la gestione dei servizi in comune è un percorso impegnativo sul quale ponderare attentamente. Comunque in linea di massima non siamo contrari”. Anche il sindaco di Sant’Alessio, Rosa Anna Fichera, è allettata da questa soluzione. “Non dobbiamo dimenticare- dice – che sono i sindaci a dover rispondere alle esigenze dei propri concittadini, già siamo in serie difficoltà a mantenere gli standard abituali, figuriamoci se poi questo onere passa in consorzio. Le scelte di oggi impegneranno il domani delle nuove generazioni, e quello che andava bene cinque anni fa non è più buono oggi, perché le esigenze sono cambiate. Taormina per noi è una guida, ma Taormina brilla di luce propria e noi piccoli comuni dobbiamo trovarele opportunità per conquistare il nostro spazio. Tuttavia è sempre bene trovare ciò che ci unisce per stare insieme, pariteticamente, con dignità, invece di pensare a ciò che ci potrebbe dividere”. Più o meno dello stesso tenore le dichiarazioni dei sindaci che abbiamo intervistato. Noi ci auguriamo che su questi punti si faccia chiarezza. Ecco, non vorremmo che tutta questa confusione che si sta creando attorno a una riforma semplice – prevista dall’articolo 15 dello Statuto, che è formulato in modo chiaro – sia funzionale a qualche ‘scherzetto’. Ora poi che è stata fatta chiarezza sul disegno di legge che istituisce le città metropolitane ma restituisce autonomia politica e amministrativa ai comuni, sarebbe veramente il colmo se qualcuno volesse fare il furbo. Il libero consorzio di comuni è un ente che presenta solo due tipi di autonomia, quella amministrativa e quella finanziaria, risultando sprovvisto della terza autonomia, quella politica, di cui è invece dotato l’ente territoriale comunale. Dello stesso avviso è la recente giurisprudenza del Tar Palermo a proposito dell’art. 15 dello Statuto regionale. Appare evidente che il legislatore siciliano vuole sostituire l’ente pubblico territoriale (la dismessa Provincia regionale) con un ente pubblico non territoriale (libero consorzio comunale).