SANT’ALESSIO – Oggi (14 agosto) ricorre il 70. anniversario dell’assassinio di padre Musumeci, parroco di S. Alessio dal gennaio del 1932 fino alla sua scomparsa. Nella chiesa madre sarà celebrata una messa dall’attuale parroco, don Angelo Isaja.
Padre Musumecifu parroco di S. Alessio dal gennaio del 1932 fino alla sua scomparsa. La sua uccisione è avvenuta sulla terrazza dalla canonica ed è stata una delle più cruenti e feroci azioni delittuose eseguite da una squadra di nazisti della Divisione Goering. La storia di questo assassinio che, a Sant’Alessio, è stato preceduto, seppure di poche decine di minuti, da un violento alterco avvenuto sulla strada principale in prossimità della chiesa madre, tra una coppia di conviventi e una pattuglia di soldati tedeschi e che ha provocato l’uccisione dei due amanti, è adesso raccontata con dovizia di particolari, in un libro che uscirà a metà settembre.
Tre morti ammazzati che assegnano a S. Alessio il primato di Comune con il maggior numero di vittime del nazismo nella provincia di Messina (in quella di Catania questo terribile primato appartiene a Castiglione di Sicilia con sedici assassinii).
Autore di questa ricostruzione è il giornalista Carmelo Duro. In questo libro, che si intitola “Antonio Musumeci parroco di S. Alessio” e che ha, come sottotitolo, “Assassinato dalla barbarie nazista. L’uomo, il Sacerdote, il Martire”, Duro si avvale delle testimonianze delle nipoti del parroco e di numerosi cittadini di S. Alessio che, pur essendo sfollati nei paesi collinari vicini o nelle campagne soprastanti S. Alessio, frequentavano regolarmente il paese per controllare le loro case e, soprattutto, per far visita al parroco Musumeci che non aveva voluto abbandonare la sua chiesa. E qui c’è la parte sicuramente più intensa del lavoro di Carmelo Duro. Padre Musumeci viene insistentemente invitato a lasciare la chiesa ed andare fuori assieme a tutti gli altri. Lo sollecitano i cittadini ma anche molti parroci. Lui dà a tutti la stessa risposta: ”non posso abbandonare la mia chiesa, il mio posto è qui e non posso abbandonare ‘i me’ fimmineddhi che si sono affidate a me con fiducia e speranza”.
Padre Musumeci, infatti, aveva dato ospitalità ad una decina di persone anziane e disabili ed aveva affidato i tesori della chiesa (argenti ed ori) ad un ragazzo perché li custodisse e li consegnasse, al momento opportuno, ad un prelato della Curia di Messina. Il ragazzo eseguirà tutto diligentemente e Duro pubblica la sua memoria. Il 14 agosto, dunque, violenta lite tra questo cittadino e la pattuglia tedesca a poche decine di metri dalla chiesa. Padre Musumeci, dal terrazzo, assiste alla baruffa, si sbraccia per dissuadere quel cittadino dal proseguire il contrasto e rifugiarsi in chiesa, ma forse non viene capito o forse non viene inteso. Il suo atteggiamento non sfugge ai tedeschi. Improvvisamente quel cittadino, Cosimo Scarcella, tira fuori una pistola e spara ma non colpisce nessuno. I tedeschi si infuriano ancor di più e, mentre la donna fugge correndo in cerca di un rifugio in direzione Catania, il suo amico cerca riparo in un canalone adiacente la chiesa. I tedeschi si dividono in due squadre, una insegue la donna, la raggiunge in un palmento, la violenta e la uccide, l’altra va alla ricerca del compagno e lo individua nel canalone; qui lo colpisce con alcuni colpi di pistola e lo abbandona. Morirà dissanguato due giorni dopo, il 16 agosto.
Questi stessi nazisti, non domi, vanno alla ricerca del prete, abbattono con una bomba a mano la porta della canonica e salgono su, in terrazza, dove, senza esitazioni, afferrano il parroco, lo sbattono contro il parapetto e gli sparano ripetutamente in fronte e nel corpo. Il suo sangue scorrerà giù per il pluviale e si raggrumerà per il forte caldo. Questo assassinio avrà come spettatore inerme e terrorizzato un santalessese rifugiato nelle campagne retrostanti la chiesa. La monografia di Carmelo Duro fa giustizia di tutte le leggende che si sono costruite attorno al prete-martire e che hanno ignorato le altre due uccisioni, racconta del prima e del dopo questi tre assassinii nonché di quello di un ragazzo quindicenne, pure di S. Alessio, brutalmente ucciso a Calatabiano ed è arricchito dalla prefazione scritta dall’Arcivescovo di Messina, Mons. Calogero La Piana. La presentazione del volume, d’accordo con l’attuale parroco di Sant’Alessio, don Angelo Isaja, è prevista, con la presenza dell’Arcivescovo, attorno a metà settembre.