Laboratori di analisi cliniche chiusi anche nella Riviera Jonica a seguito dello sciopero messo in atto da giovedì dai titolari delle strutture private di tutta la Sicilia, i quali – a distanza di 40 giorni – hanno riproposto la protesta avviata alla fine del mese di maggio dopo che l’assessore regionale alla Salute Lucia Borsellino non ha provveduto a modificare il decreto Balduzzi che ha modificato il tariffario dei rimborsi attuato sino alla scorsa primavera. Una situazione aggrovigliata e complessa che però adesso costringe anche i venti titolari di laboratori privati analisi cliniche a dover chiudere i battenti e ad interrompere l’assistenza sanitaria assicurata sino ad ora. «Superfluso girarci attorno con le parole – ha ricordato anche ieri il dott. Pino Lenzo che è titolare di una struttura a Santa Teresa di Riva e che è uno dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali (Abs-Confapi, Cssp, Citds, federbiologi, Federlab e Laisan) che hanno aderito al sciopero “a tempo indeterminato” – con questo nuovo tariffario noi non ce la facciamo ad andare avanti: ogni laboratorio infatti si vede rimborsato il 30-40 per cento in meno a prestazione. Per fare un esempio basta ricordare che l’esame per l’emocromo con queste nuove tariffe è passato da cinque euro e mezzo a 3,30 euro, mentre la glicemia da 1,97 a 1,15. In queste ultime settimane abbiamo provato a fare le analisi cliniche ai nostri assistiti, ma ancor più ci siamo resi conto che in questa maniera le nostre aziende si vedranno costrette dapprima a licenziare i propri dipendenti (che nella nostra provincia sono diverse centinaia) e poi a dover chiudere definitivamente». È stato avviato tempo fa un tavolo delle trattative con l’assessore regionale Lucia Borsellino che anche in questa occasione si è dimostrata molto disponibile ed attenta alla problematica tanto che ha concordato con noi la possibilità di chiedere al ministero una deroga per la Sicilia al decreto Balduzzi. La Borsellino ha inviato la richiesta di autorizzazione, ma da Roma è arrivata una risposta negativa che in pratica rischia di rovinare definitivamente i centri di assistenza privata dell’isola. I titolari di laboratori di analisi della riviera jonica sottolineano inoltre che devono ancora percepire una parte dei rimborsi maturati negli anni 2011 e 2012 e che quelli del 2013 sono di fatto bloccati per una vertenza che non sembra trovare una soluzione e che li mette in condizione di non potere erogare più i servizi perchè con questo nuovo tariffario non riescono a recuperare nemmeno una parte delle spese che sono costretti a sostenere per dare un servizio ottimale ai pazienti che usufruiscono di queste strutture. Tutti gli assistiti, quindi, devono riversarsi sulle strutture del servizio sanitario anche per un semplice esame del sangue. La riviera jonica paga però un sovrapprezzo in termini di capillarità del servizio essendo stato chiuso tre anni fa il laboratorio di analisi presso il presidio sanitario di Sant’Alessio Siculo, divenuto solo “punto di prelievo”. Ci fu un sit in dei sindaci di tutto il comprensorio con l’intervento anche dei consiglieri provinciali, ma dall’Asl non arrivò alcun segnale positivo.