SANTA TERESA DI RIVA – L’auspicato chiarimento non c’è stato, il campo di tennis resta ancora chiuso e la squadra locale per la propria attività è costretta ad emigrare a Furci. L’accesso al campo, come è noto, è stato vietato con provvedimento dell’assessore allo sport Giovanni Bonfiglio il 27 marzo scorso con l’apposizione di due lucchetti ai rispettivi cancelli di ingresso. Immediata la reazione della società sportiva che in questi anni lo ha utilizzato e provveduto alla manutenzione, il Tennis Club Junior il cui presidente Angelo Casablanca ha bollato l’iniziativa dell’assessore come un atto di ritorsione. L’assessore Bonfiglio ha risposto a stretto giro snocciolando dati e documenti dai quali si evince che la gara di appalto per l’affidamento della gestione del piccolo impianto sia andata per tre volte deserta, nonostante il canone annuo sia stato abbassato ad ogni asta sino ad arrivare a 500 euro all’anno. “L’asta deserta – ha tuonato l’assessore Bonfiglio – dimostra disinteresse quindi il comune chiude l’impianto in attesa di nuove soluzioni”. Che sarebbe quella di gestirlo direttamente con un custode che si farà carico di smistare il traffico delle prenotazioni per usare l’impianto, previo pagamento della tariffa oraria a suo tempo stabilita dal consiglio comunale. Detto questo da più parti veniva auspicato un incontro chiarificatore tra Bonfiglio e Casablanca anche per evitare di penalizzare la squadra che, invece, per gli allenamenti ora è stata costretta ad emigrare nella vicina Furci dove sembra sia stata accolta a braccia aperte. Ognuno resta impuntato sulle proprie posizioni (Casablanca vorrebbe l’aureola per avere consentito in venti anni a tanti ragazzi di fare sport, Bonfiglio vuole togliere il monopolio nella gestione dell’impianto), non c’è dialogo, anzi il botta e risposta sui giornali è stato un vero dialogo tra sordi. Ci vorrebbero le doti diplomatiche di qualche mediatore per sedersi ad un tavolo e discutere la questione.