PALERMO – “Il governo regionale si occuperà della problematica concernente l’instabilità del complesso monumentale della chiesa di San Nicolò di Savoca”. E’ quanto ha dichiarato l’assessore regionale alle infrastrutture Nino Bartolotta (già sindaco di Savoca) che ieri, insieme al presidente Crocetta, ha sentito telefonicamente il sindaco di Savoca, Paolo Trimarchi. Bartolotta, ieri assente alla conferenza dei servizi per concomitanti impegni istituzionali, non ha escluso che nei prossimi giorni lo stesso presidente Crocetta effettui un sopralluogo per rendersi conto di presenza della problematica. Nel 2007 il comune di Savoca ha presentato un progetto per il consolidamento del costone su cui poggia la chiesa di San Nicolò nel quale erano compresi lavori per salvaguardare la cripta. Lo scorso agosto hanno avuto inizio i lavori, che sono andati avanti fino a novembre. Il 14 marzo sono venuti giù una parte del muro della cripta ed altri detriti che per motivi di sicurezza hanno portato alla chiusura della sp 19. Nella conferenza dei servizi del 25 marzo soprintendenza e genio civile hanno consigliato la demolizione di quel che restava della cripta e del collegato muro pericolante. C’è stata una specie di rivolta dei savocesi che non vogliono che settecento anni di storia vengano ridotti un cumulo di macerie. E’ stata riconvocata la conferenza dei servizi per trovare una soluzione che salvasse capre e cavoli: conservazione della cripta e riapertura della sp 19. Dalle 11 alle 14 non se ne è cavato un ragno dal buco. La soprintendenza si è rimangiato il consiglio di demolire la cripta (non si è mai parlato di questo, ha detto l’arch. Piccione, ma è smentita dal verbale del 25 marzo) ma dice che il muro rappresenta un pericolo e deve essere demolito. Hanno spiegato alla signora Piccione che se cade il muro cade la cripta. Ora bisognerà fare uno studio e quindi un progetto, ma hanno spiegato sempre alla signora architetta della soprintendenza che il progetto c’è (è quello dell’ing. Claudio Faranna) già ma prevede solo diecimila euro, non bastevoli per quello che si deve fare adesso. Palleggio di responsabilità, quindi. Risolutivo potrebbe essere l’intervento dell’assessore regionale Bartolotta che potrebbe trovare i soldi. Quindi possiamo dire che qualcosa non ha “funzionato” nei lavori di consolidamento? No. Ho posto la domanda a tecnici e politici. Hanno escluso che il cedimento sia dovuto ai lavori. Parlando di infiltrazioni di pioggia e di lavori eseguiti in passato (la piazzetta soprastante) che hanno appesantito la struttura. Però a lume di naso mi pare una difesa d’ufficio. Non si può escludere, insomma. Lo scuotimento del costone qualche tremore lo avrà pure provocato? O no?