SAVOCA – Tra il Comune di Savoca e l’Ato acque i conti non tornano. Il Comune vuole restituiti dall’Ato gli oltre 100 mila euro di emolumenti anticipati ad un proprio dipendente che è stato “distaccato” presso l’Ato acque sin dal 2005. E siccome i solleciti del comune savonese non hanno avuto riscontro, si è finiti alla carta bollata con un decreto ingiuntivo al quale la società d’ambito si è opposta. Il contenzioso nasce in seguito al “comando” di un dipendente del comune di Savoca a prestare il proprio servizio all’Ato3 di Messina: dal 2005 al 2008, ma il distacco è proseguito negli anni successivi fino ai nostri giorni :la proroga, su richiesta dell’Ato3 che intende usufruire di tale dipendente stante “i peculiari compiti affidati e svolti con competenza e puntualità presso l’ufficio di pianificazione e controllo della Segreteria Tecnica, è stata approvata dalla giunta di Savoca fino al 30 giugno 2013). In virtù degli accordi intercorsi tra il comune e l’Ato i rapporti finanziari sono stati regolati prevedendo l’erogazione da pare del comune, a solo titolo di anticipazione, degli emolumenti stipendiali di base e dei relativi contributi, con l’obbligo di rimborso degli stessi da parte dell’Ato3 acque. Da un riscontro contabile il comune ha “scoperto” che l’Ato non aveva provveduto ai dovuti rimborsi dal settembre 2007 aò dicembre 2009. In questi giorni al dipendente in questione il dirigente responsabile della segreteria tecnico operativa dell’Ato ha “riconosciuto” una “indennità di responsabilità”, mentre i solleciti del comune di Savoca sono andati a vuoto, sicchè il legale di fiducia del comune, Vincenza Prestipino di Furci, ha agito in giudizio per il recupero del credito che il comune di Savoca vanta: si è partiti da una base di 86.043 euro ed ora il decreto ingiuntivo è stato autorizzato per l’importo complessivo di quasi 110 mila euro oltre ulteriori interessi di mora. L’Ato3 si è opposto al pagamento ed ha citato in giudizio il comune per l’udienza del 26 aprile prossimo.