Furci Siculo – Una signora romena che stava prendendo il treno alla stazione di Furci, per andare a S.Alessio Siculo, dove doveva assistere una anziana a letto, è stata fatta scendere dal treno perché sprovvista di biglietto. Ne è nata una brutta discussione, ma alla fine è stata fatta scendere ugualmente dal convoglio. Perché è sorta questa feroce discussione tra il bigliettaio e la donna, che è durata parecchi minuti, col treno rimasto fermo in stazione? Perché la romena ha spigato che dal 6 dicembre le Ferrovie dello Stato hanno chiuso i punti vendita in Sicilia. Cioè nei vari comuni non si vendono più biglietti ferroviari. Per cui in un piccolo centro, come Furci, dove la tempo la stazione è disabilitata e chiusa, i viaggiatori andavano nei punti vendita del paese (tabacchini) per acquistare i biglietti ferroviari. Ed ora che sono stati chiusi anche questi, la gente non sa più dove andare, non sa più a chi rivolgersi. Ed allora che fa? Si reca alla stazione, aspetta il treno, sale e chiede al capotreno un biglietto. Ma non è facile. Molti fanno scendere subito dal convoglio il viaggiatore, altri fanno il biglietto con la sanzione. E non è il primo caso che succede alla stazione ferroviaria di Furci Siculo. Ci sono state altre contestazioni con i capitreno dei vari convogli, anche perché quest’ultimi sostengono che al momento non hanno disposizioni di fare biglietti sui treni, tranne con la sanzione, mentre i pendolari non intendono pagare la multa. Ma allora come devono viaggiare i pendolari di Furci, Roccalumera, Nizza, S.Teresa, S.Alessio ecc, visto che in questi comuni i punti vendita sono stati chiusi il 6 dicembre scorso? Tanino Giuffrè titolare di un tabacchino nel centro storico del paese ha dichiarato che tante persone ogni giorno si recano nel suo negozio per chiedere biglietti ferroviari e quando la gente sente che non può dargliene, incomincia a protestare contro le Ferrovie, contro lo Stato, contro la Regione. “Siamo da terzo mondo, ha dichiarato un pendolare di Furci, non solo ci tolgono i treni, diminuiscono le corse, adesso non possiamo fare neanche il biglietto e se saliamo sul treno senza il tagliando ci fanno scendere subito, ci buttano dal convoglio. Dove siamo arrivati. Poveri ed emarginati”. A Furci la protesta incalza, qualche pendolare sembra che si sia rivolto ad un legale.