° Intervista realizzata da Simona Bordonaro –
Santa Teresa di Riva – “Diventare amministratore non rappresenta un punto d’arrivo, bensì di partenza. Non si tratta di una conquista ma di una scommessa che va coltivata con umiltà”. A dichiararlo Carmelo Iaria, sindaco di Santa Teresa di Riva per circa sedici anni. In un periodo in cui il “riciclaggio politico” la fa da padrone, abbiamo deciso di intervistare un vero protagonista della scena pubblica della riviera jonica. “La carenza dei partiti, dichiara Iaria, ha determinato un crollo della qualità del politico. Non c’è più una cultura politica”. Tra ricordi e citazioni dotte (il preferito è il filosofo spagnolo José Ortega y Gasset), Iaria sottolinea che “il primo stadio della democrazia è l’invasione verticale dei barbari. I partiti rappresentavano le mura di difesa della democrazia. Crollando le mura i barbari hanno invaso. Ora bisogna ricostruire. Ed è l’esperienza che li farà educare”. Con tono pacato, l’ex amministratore dichiara che “tutti ci siamo educati nel corso del tempo. Tutti veniamo da uno stato brado”. Volgendo lo sguardo indietro nel tempo, chiediamo a Iaria quali opere da lui concretizzate ricorda con maggiore affetto. “Certamente, risponde, la collocazione delle opere del maestro Ucchino, un artista che è riuscito a ritagliarsi uno spazio di rilievo a livello nazionale. E poi la realizzazione del lungomare. Un’opera ben fatta. Dopo quarant’anni è ancora intatto, nonostante i marosi nel periodo invernale ne mettano a dura prova l’integrità”. Riguardo al futuro del nostro hinterland, l’ex sindaco parla di “azione collettiva” quale elemento fondamentale per arginare quella “desertificazione” che sta rendendo ormai improduttivi i nostri paesi. “Mi sono sempre battuto per portare avanti un’azione politica comunitaria. E’ a questo che bisogna mirare”. Parlando di turismo Iaria dichiara: “quello del turismo è un antico nodo. Bisogna guardare alla realizzazione di un’intera zona turistica, all’interno della quale poi emergano le peculiarità dei singoli paesi”. Sempre partendo da un’azione collettiva, altra opera da realizzare dovrebbe essere, a suo dire, un invaso sia sull’Agrò che su Fiumedinisi. “I bacini idrici consentirebbero una ripresa dell’agricoltura; il riassestamento di un territorio lacerato ormai dal dissesto idro-geologico”. Altro punto cruciale la realizzazione di un PRG comprensoriale. “Questo, dichiara Iaria, diventerebbe una piattaforma di contrattazione con la Regione. Non fatto dal paese per il paese ma dal paese verso la Regione. Tutti i centri del nostro hinterland inizierebbero così ad interloquire con la Regione. Siamo abituati, invece, a vedere PRG di singoli comuni che subiscono variazioni in base ai sindaci che arrivano. Questo non è altro che autolesionismo! Bisogna guardare all’intero hinterland per concretizzare un vero sviluppo”. Sul finire dell’intervista, Iaria parla dell’importanza da parte di un buon amministratore di “essere vicino alla gente, ascoltarne le esigenze. C’è bisogno di un movimento di opinione che porti le persone a confrontarsi con i propri amministratori. Solo con il confronto, solo con ‘l’essere vicini’ alle esigenze dei cittadini, si può ‘educarli’ e portare ciascuno ad intendere la politica non come esercizio di pochi ma come volontà di tutti. Bisogna guardare lontano, senza aver paura di farlo”.