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martedì, Aprile 29, 2025
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Unione Valle del Nisi un bluff? Intervista ai sindaci Di Tommaso, Satta e Grasso

Nizza di Sicilia – “Adeguarsi a ciò che le disposizioni di legge renderanno obbligatorio”. Questo il ‘fil rouge’ che accomuna i sindaci coinvolti nella “questione Unione del Nisi”. Ad oltre cinque anni dall’avvio dell’iter burocratico-amministrativo che avrebbe dovuto portare alla costituzione dell’Unione del Nisi, il TAR ha posto un fermo, obbligando le amministrazioni proponenti a ridefinire il percorso di costituzione dell’Unione in questione. Un’occasione che attende ora di essere concretizzata o forse una scelta poco felice che ha tolto opportunità ai paesi che hanno creduto in quest’Unione? E’ quanto abbiamo chiesto ad alcuni degli amministratori “artefici” di questa scelta. “Ciò che è certo, dichiara il sindaco di Nizza di Sicilia Giuseppe Di Tommaso, è che confidavo nelle potenzialità di un’Unione così ridotta. Un’Unione che guardasse alle peculiarità del nostro paese, facendole diventare suo punto di forza. Mi aspettavo molto da quest’Unione ma purtroppo non ha dato i frutti sperati”. Stessa valutazione il sindaco di Alì Terme Lorenzo Grasso, che con tono deciso dichiara: “la costituzione dell’Unione del Nisi poggiava su un progetto strategico atto a far sviluppare nel nostro territorio elementi strutturali primari quali lo svincolo autostradale e la stazione Alì Terme-Nizza. Sinergie amministrative che creassero un ‘nodo territoriale’ è ciò in cui credevo e credo”. Cariche di fiducia anche le dichiarazioni rilasciate da un primo cittadino che, pur credendo fermamente nelle potenzialità dell’Unione del Nisi, non ha visto entrare il proprio comune all’interno dell’organizzazione sovra comunale: Carmelo Satta. “Per volontà del consiglio comunale, dichiara il sindaco di Alì, non siamo rientrati nell’Unione. Il futuro però guarda proprio a questo. Al di là del singolo caso dell’iter tortuoso che ha connotato l’Unione del Nisi, ciò a cui oggi deve guardare ogni singola amministrazione è una politica comprensoriale. Un’attività politica che coralmente guardi allo sviluppo del proprio hinterland. Si potrebbe, ad esempio, pensare ad un’Unione che oltre a Nizza, Fiumedinisi, Alì Terme ed Alì, guardi anche a Scaletta ed Itala. Non credo nei grandi carrozzoni, costituiti da una miriade di comuni che indistintamente ne fanno parte, ma di una struttura che crei un trade d’union fra paesi che hanno le stesse peculiarità”. E’ a chiusura d’intervista che chiediamo cosa, tornando indietro e col senno di poi, non rifarebbero. E la risposta è unanime. “La tempistica sarebbe certamente diversa. Diverse le garanzie richieste. Perché una realtà sovra comunale come l’Unione deve creare opportunità, non tarpare le ali”.

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