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venerdì, Ottobre 25, 2024
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E fu così che il supremo perse la sua infallibilità

SANTA TERESA DI RIVA – Sembrava l’avessimo scampata, invece ieri si è insediato il commissario per sostituire il consiglio comunale che con 14 voti favorevoli aveva deciso di non aderire alla società per la regolamentazione del servizio rifiuti (srr) che la Regione ha praticamente imposto a tutti i comuni senza possibilità di appello. Pena il commissariamento. In pratica è stato sconfessato il sindaco Cateno De Luca che si era eretto a paladino dei comuni anti Srr “anche alla luce della recente sentenza della Corte Costituzionale n.199/2012 che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 4 del decreto legge 13 agosto 2011”. “Si calpestano le prerogative degli Enti locali – aveva proclamato il primo cittadino di S.Teresa – trasformandoli in meri esecutori di una riforma che però finirà col pesare proprio sulle casse dei Comuni e sulle tariffe da applicare ai cittadini”. Inoltre aveva dato assicurazioni al consiglio di Santa Teresa di Riva nella seduta del 3 agosto che il commissario non sarebbe mai arrivato, inducendo con ciò i consiglieri di minoranza a votare il documento, che poi passò alla unanimità. “Avevamo chiesto garanzie sulle affermazioni del sindaco – spiega oggi David Trimarchi, al tempo capogruppo di Città Libera – ora abbiamo visto il risultato. Un ‘altra uscita imprevista per le casse comunali”. Ieri il dott. Pasquale Pepini si è presentato nell’ufficio di segreteria esibendo al segretario generale il decreto che lo nominava commissario ad acta con i poteri del consiglio comunale. In meno di mezzora ha predisposto la delibera di adesione con carattere obbligatorio del comune alla società “Ato 15 – Messina area metropolitana” stabilendo che il comune di Santa Teresa di Riva dovrà acquistare 2373,50 euro di quote (sul capitale di 120 mila euro) in base alla popolazione residente, andando a scovare la somma necessaria in due capitoli del bilancio. La delibera è stata dichiarata immediatamente esecutiva. Insomma, niente di nuovo sotto il sole, in quasi tutti i comuni è successa la stessa cosa. La verità è che i comuni tempo il perpetuarsi sotto altre spoglie dell’esperienza Ato e vorrebbero tornare a gestire in house la raccolta della spazzatura affidando alla Srr solo lo smaltimento in discarica. Per quanto riguarda la dichiarazione del supremo in consiglio, è chiaro che fosse “politica e strumentale” come ha argutamente postato su “I love Cateno” il dottor Francesco Vito, ma è anche vero che, essendo una presa per i fondelli, se la poteva risparmiare.

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