SANTA TERESA DI RIVA – Un comitato spontaneo per salvare il giardino di villa Ragno, oggi parco pubblico “Unità d’Italia”, dalla alienazione cui sembra destinato per pareggiare il buco nei conti del bilancio che si sta palesando dopo la riduzione dei trasferimenti nazionali e regionali. Piuttosto si chiede che venga alienata l’area edificabile dove oggi sorge il campo sportivo, permutandola per un nuovo polo sportivo nell’area libera di Sparagonà, poco più a monte, anche perché il destino del campo di calcio e del polo sportivo di Bucalo è stato definitivamente compromesso con le concessioni edilizie di inizio Terzo Millennio (operazione Bartolotta – Scarcella con la benedizione di Nitopi), che in pratica hanno precluso ogni possibilità di espansione, in deroga al vigente programma di fabbricazione. In attesa che il sindaco De Luca ci ripensi e lasci stare il giardino di villa Ragno, unico polmone di verde pubblico al centro della città deve i genitori accompagnano i loro bambini per qualche ora di sano e sicuro divertimento, interviene l’ex vice sindaco Paola Rifatto che spiega come sono state lasciate le cose dalla precedente amministrazione che ha approvato il “Progetto di riqualificazione del Parco di Villa Ragno” redatto dall’arch. Paolo Costa. il progetto esecutivo dell’importo di euro 651.858,15 che è stato ammesso al finanziamento dal Cipe, fondi Fas. “Il giardino è uno degli ultimi lembi di territorio nel quale si può ancora oggi ritrovare la memoria della fascia di verde di circa 50 metri (con piante di agrumi, ulivi ed altre piante autoctone), protetta dal mare da murature in pietrame locale, che caratterizzava lo spazio tra l’edificato e l’arenile sino alla realizzazione dell’attuale lungomare. Il giardino ha una superficie di circa 2.000 mq, con un fronte verso il mare di circa 48 ml. ed una profondità di circa 44 ml. Il progetto prevede, tra l’altro, uno spazio per ospitare manifestazioni e spettacoli e la realizzazione, al posto dell’autorimessa, di un chiosco a struttura metallica per la creazione di un servizio di ristoro per i fruitori del giardino ed i frequentatori del lungomare e della spiaggia”. Ringraziamo la dottoressa Rifatto, tuttavia non possiamo porci una domanda: perché in questi anni tutto il complesso (giardino e villa) dopo averlo salvato dalla speculazione edilizia, non è stato vincolato?