Rocchenere – La squadra del candidato sindaco Mimmo Prestipino, dopo il comizio di Pagliara, si è presentata sulla piazza di Rocchenere, particolarmente affollata, per denunciare ancora una volta l’apatia dell’amministrazione uscente, incapace, a suo dire, di sposare la politica del futuro e di essersi adagiata sulla “politica della mattonella” considerato che le strade sono dissestate, le erbe crescono lungo le vie, che l’acqua non sarebbe potabile, che il Piano regolatore non è stato esitato e che il Centro Commerciale si sgretola e cade come le foglie d’autunno. Ma due sono i punti dove si è particolarmente soffermato Mimmo Prestipino: il rifiuto dell’amministrazione attiva (Santino Di Bella e Sebastiano Gugliotta) di accettare il confronto e la mancata risposta al suo manifesto murale. E poi, parlando e parlando, Prestipino (per ascoltarlo sono venuti da Roccalumera e Furci) ha esibito una serie di documenti, a giustificazione del suo articolato attacco al sindaco Di Bella. E la gente ha applaudito. E alle pesanti accuse di Prestipino, a cui per il momento si è sono sottratti gli uomini di maggioranza, hanno fatto eco quelle dei candidati consiglieri, i quali, pur ammaliati dall’emozione, si sono buttati a testa in giù per condannare l’operato della giunta Di Bella. Tutti hanno osannato alla collaborazione e all’impegno di cambiare le sorti della comunità, del paese (come?) di realizzare nuovi impianti, nuove scuole e giochi per i bambini. E così si sono espressi Salvuccio Spadaro Dutturi, Rosario Totaro (particolarmente duro col sindaco uscente). E tutti all’unisono, hanno detto che ci stanno “mettendo la propria faccia” in questa “avventura amministrativa”. In qualcuno è serpeggiato anche una sorta di odio (tant’è che quando ha finito l’intervento Giovanni Giacò ha dichiarato: “Totaro era un po’ incazzato”), in qualche altro si percepiva una certa lotta all’uomo, anzi al duo Di Bella-Gugliotta, rei, secondo l’oratore, di aver affossato il comune e di non aver fatto niente in cinque anni di amministrazione. Ma quello che ha affascinato di più la platea è stato Antonello Mastroeni.”La lotta è sulla politica e non sulla persona” ha dichiarato e poi ha aggiunto “dobbiamo collaborare tutti per dare un futuro ai giovani” ed infine ha precisato “ si parla dall’una e dall’altra parte contro questo e contro quello, ma ciò interessa poco, bisogna invece evidenziare che in cinque anni non è stato fatto niente”. Ha ragione Antonello Mastroeni. Su una cosa non siamo stati d’accordo, ed è stato quando ha affermato che “i giocatori stanno cambiando”, stanno cambiando nella sua lista, stanno cambiando nel paese, stanno cambiando la nuova politica. Comunque sia il cambiamento è sempre una svolta positiva. Ma quando cambiano i giocatori e non cambia l’allenatore il gioco di squadra è sempre lo stesso: stessa linea politica, stesso rancore, stessa acredine verso l’avversario politico. Il cambiamento ci sarà quando cambiano allenatore e giocatori e la vecchia casta politica diligentemente farà un passo all’indietro. Questa è la politica del futuro di Pagliara e su questa strada (cioè unire tutte le forze sane del paese e non dividerle) sembra che un gruppo di giovani stia lavorando con passione.