SANTA TERESA DI RIVA – Quando c’è da spartire una torta, tutto il mondo è paese, alla faccia della sbandierata (a sproposito) trasparenza e della condivisione. L’elezione del collegio dei revisori dei conti è avvenuta tra polemiche e sospetti. Ad accendere la miccia con un colpo a sorpresa è stato il giovane consigliere di minoranza del gruppo “Sicilia Vera” che ha dichiarato di non partecipare alla votazione “perché non accetto “pizzini” e imposizioni, non mi piace il metodo seguito, senza trasparenza e partecipazione” provocando subito la presa di distanza dei consiglieri di Fli e di quelli del suo gruppo oltre quella del presidente del consiglio Carmelo Lenzo che ha invitato il consigliere Lo Giudice a chiarire le cose con il suo referente politico “di Fiumedinisi” e con il suo gruppo. “Nessuna rottura – ha poi precisato Lo Giudice in una intervista alla web-tv Gazzetta Jonica.it – solo non era per arrivare a questo che mi sono avvicinato alla politica. E – ha aggiunto con amarezza – quello di oggi potrebbe essere il mio passo d’addio con questo sistema e con questo modo di fare politica”. Cos’era successo? Lo spiega lo stesso Lo Giudice. “Fino a poche ore fa non c’è stato alcun confronto sui nomi dei revisori da eleggere. Ora arriva il bigliettino con l’indicazione del nominativo da votare. Non ci sto”. Manco ha finito di pronunciare la sua filippica ed ecco che scoppia la bagarre sul “sistema” da adottare per la votazione. Tre distinte votazioni per ognuno dei revisori da eleggere, come hanno proposto Fli e Sicilia Vera e come si era fatto nel 2008, oppure una votazione unica con il voto limitato, come da parere dell’ufficio legislativo della Regione e come proponeva il capogruppo di Città Libera, Pippo Arpi? Alla fine hanno prevalso i numeri della nuova maggioranza (in aula nove consiglieri) e il collegio dei revisori è stato eletto con il sistema delle tre votazioni. Sono risultati eletti con i voti del cartello della maggioranza trasversale, senza Lo Giudice, e con i cinque consiglieri di “Città Libera” che abbandonavano l’aula, Gianfranco Moschella (presidente) e Giuseppina Carnabuci e Giuseppe Panteoro. Al termine dello scrutinio il consiglio, su proposta del capogruppo Fli, Roberto Moschella, è stato aggiornato a giovedì 23 alle ore 18.