Uno dei creditori dell’Ato4 ha ottenuto dal tribunale di Taormina il pignoramento di somme presso terzi, cioè i comuni che sono in debito con la società d’ambito. Restano fuori da questo pignoramento i comuni da Roccalumera a Scaletta per i quali dovrà essere il tribunale di Messina a decidere. Una brutta situazione che certamente provocherà i ricorsi di quei comuni che in linea di massima sono in regola ma che hanno un contenzioso aperto per via di servizi che, dicono i sindaci, sono stati fatturati ma non resi. E visto che non ci si fa mancare niente, battono cassa anche i commissari liquidatori dell’Amia spa di Palermo che chiedono il pagamento di 13 milioni di euro. Infatti la transazione da 8 milioni che era stata proposta dall’Ato4 lo scorso giugno non è andata in porto perché non sono state versate le rate concordate. Colpa dei comuni – sostengono all’Ato4 – che non hanno versato le quote necessarie, e delle banche che non hanno erogato il mutuo richiesto. In poche parole la situazione sta precipitando, anche perché i commissari liquidatori dell’Ato4 non riescono a sbloccare l’impasse con i comuni, alcuni dei quali hanno aperto un contenzioso non da poco. Roccalumera, per esempio, ha bloccato parte dei pagamenti (il servizio costa quasi un milione all’anno) e si è rivolto al Tar perché verifichi l’esatto ammontare del debito. Ci si chiede perché non si riesce a transigere con comuni d’ambito, in modo da avere incassi certi (anche rateali) con i quali fare fronte ai debiti, primo fra tutti quello con i quasi 160 lavoratori (per la precisione 38 autisti, 116 operatori ecologici, 2 capisquadra e 4 amministrativi)? Non sarà perché i tre commissari lquidatori (che sono gli stessi del disciolto CdA) sono stati nominati dall’assemblea dei sindaci e quindi in evidente conflitto di interessi? Ci vuole un commissario nominato dalla Regione che faccia chiarezza sulla gestione che sono fino a due anni fa era con il segno più.