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venerdì, Ottobre 18, 2024
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Riceviamo e pubblichiamo: Lettera sulla tragedia del Concordia

Gentile Gazzetta Jonica,

 mi chiamo Daniela Fazio ed abito a Messina, ma in estate spesso vengo a villeggiare a Furci Siculo e Le chiedo, se posso, dello spazio per dire la mia opinione sulla tragedia del Concordia, visto che ho lavorato nelle navi da crociera.Il mio primo pensiero non può non essere rivolto alle vittime che nel momento in cui vi scrivo sono 11 ed ai dispersi ed alle loro famiglie. Io non mi improvviso esperta, ne tecnica, ne ingegnere navale ecc. ecc. ma lascio giudicare e condannare ,le responsabilità del comandante a chi di dovere,anche se ho una mia opinione a proposito!!! Qualche anno facevo parte dell’equipaggio di MSC Crociere e leggendo quotidiani, guardando i vari programmi e telegiornali ed ascoltando alcuni passeggeri, in questi giorni , continuo a restare basita , ed Indignata anche se le parole adatte sarebbero altre, ma cerco di contenermi e non dire quello che penso. Perciò è d’obbligo fare una precisazione di fondamentale importanza dopo aver sentito ripetutamente ,le varie stupidaggini su tutto lo staff del personale di bordo, dette nei vari programmi, che sono stati giudicati tutti un branco di incapaci . Iniziamo, tutti i membri di un equipaggio al di là della compagnia di navigazione, e con tutti intendo : dal lavapiatti ; dal cantante ; dal parrucchiere ; dai ballerini, dall’housekeeping ( addetti alle pulizie delle stanze); dal cameriere ecc. ecc. , veniamo formati e addestrati alla gestione di emergenze in continuazione e ad assistere i passeggeri in caso di abbandono nave, uomo a mare , i vari tipi di incendi, come riconoscere anche la presenza di un eventuale bomba ecc. ecc. attraverso numerosissime esercitazioni secondo la legge ed verificata dagli organi preposti come la guardia costiera ed altri enti. Riflettendo sull’accaduto ricordavo il primo giorno di ogni volta che lavoravo in navi diverse della stessa compagnia , non sapevo dove andare, mi perdevo spessissimo, prima di avere familiarità, e quelle città galleggianti diventavano casa mia visto che si passava più tempo che a casa, perciò la mia domanda direbbe qualcuno ,nasce spontanea, se i passeggeri erano imbarcati da poco, ed al momento dell’impatto era andata via la luce, come hanno trovato le vie d’uscite? Con la forza del pensiero? Ed i passeggeri intervistati SANI E SALVI in Bachina all’isola del Giglio? Come ci sono arrivati? Volando? Parlavano di panico che si era creato per prendere posto nelle lancie(scialuppe). Il panico se leggiamo anche il manuale delle giovani marmotte spiega che gli attacchi di panico avvengono in momenti traumatici come questi e 4000 passeggeri non è facili gestirli, al di là del posto su una scialuppa, e la storia della mancanza di informazioni mi fa veramente ridere…se avessero annunciato in filodiffusione” Stiamo affandando ,ma state tranquilli! Cosa sarebbe successo? Sarebbero morti a centinaia!!!!!!!!!!! Per quanto Riguarda il personale straniero beh è vero che molti non parlano l’italiano, così come io non parlavo tutte le lingue, degli ospiti presenti da ogni parte del mondo che non parlano l’inglese!!! Perciò cosa sarebbe cambiato, secondo voi ?Si sarebbero dovuti mettere a parlare con ognuno di loro e creare ingorgo anzichè dirigerli verso i punti d’incontro per salire sulle scialuppe ? Poi dicevano che parlavano in codice e non capivano nulla, quei codici servivano per dare all’equipaggio le istruzioni su dove andare e cosa cercando di creare meno panico possibile… Poi leggevo non ci hanno aiutato gli ufficiali , ma i camerieri o il “filippino”,Ma qual’è il problema? Visto che l’equipaggio tutto è sottoposto ad esercitazioni? Tra i membri dell’equipaggio ci sarà stato qualcuno che non ha avuto il sangue freddo, e la mente lucida, ma c’è chi ha messo a rischio la propria vita per i passeggeri. Loro non avrebbero voluto un grazie , perchè era il loro dovere, ma neanche infangargli VERGOGNA!!!!!!!!!!!! Spero voi del giornale scriviate il mio articolo senza modificare le mie parole, in modo tendenzioso così come ha fatto il giornalista Alberto Billa in televisone, con domande mirate per avere una risposta negativa sull “‘equipaggio” . Ma lui era troppo concentrato su come mettere in cattiva luce l’operato dell’equipaggio che non ascoltava neanche le risposte degli ospiti in studio, che dicevano il contrario di quello senza rendersene conto. Continuando a porre domande . Poi il giornalista chiede, se fosse vero che la guardia costiera ha salvato 800 persone, fanno vedere le immagini a raggi infrarossi!!! E non si accorge che non gli conferma che erano 800! Potrei ancora continuare ma, voglio unirmi al coro invitando il Personale della nave Costa Concordia presente la notte della tragedia ,di andare in tutte le trasmissioni ,far sentire la LORO VOCE ,Testimoniando anche loro… “il giudice ascolta sempre due campane” E’ Giusto che voi Giornalisti informiate sull’accaduto e raccogliere le testimonianze , ma un’altra cosa è dare un’informazione a metà pur, di vendere e mettersi in mostra e fare ODIENS a discapito di Gente che ha rischiato la propria vita in prims al fine di mettere al sicuro quella dei passeggeri ! Mi viene in volta Stomaco! Concludo con un forte applauso e con la mia ammirazione và a tutto l equipaggio della Costa Concordia e come hanno detto nel comunicato stampa della Costa siete stati tutti degli eroi, e tutto il personale di tutte le compagnie di navigazione che per mare si guadagnano da vivere. Ora lasciar spazio al SILENZIO ,PER LE VITTIME ED I DISPERSI…

 Daniela Fazio

 

 Cara Daniela lo sfogo è comprensibile, Lei ha fatto parte del cosiddetto “equipaggio” anche se in altre navi. Capisco il senso di appartenenza che è palese in quello che scrive. Sono d’accordo che tutti membri della nave hanno fatto un lavoro encomiabile per salvare la vita ad altre persone, anche perchè se non fosse stato così ci sarebbero stati centinai di morti, visto che il comandante ed il suo vice erano già a terra invece di coordinare l’evacuazione. Se ci sono dei responsabili è giusto che paghino. Adesso spazio al silenzio, per le vittime ed i dispersi.

Pasquale Prestia

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