Le condanne del Giudice Sportivo, in riferimento agli eventi accaduti a fine gara tra Città di Gaggi e Alì Terme, portano alla ribalta un problema che ci sentiamo di evidenziare per dimostrare ancora una volta quanto sia distante il concetto di equità nel mondo calcistico. Certamente da condannare eventuali comportamenti aggressivi di alcuni componenti della società aliese, ma far passare l’arbitro Milos Andulajevic come una vittima ha pure dell’incredibile. Quattro anni di squalifica a Fiumara guarda caso chi ha subito un gesto di violenza dall’arbitro stesso. Come sempre è accaduto il referto della giacchetta nera è intaccabile. Ma questa ci chiediamo è giustizia? Le parti in causa non hanno possibilità di difendersi. Allora perché investire nel mondo del calcio? Forse sarà stato lo stesso Fiumara a colpirsi nelle parti intime? Evidentemente qualcosa non funziona nel mondo della Figc. Si pensa ad incrementare gli introiti. Gli arbitri certamente debbono essere difesi da qualsiasi atto di violenza, ma anche le società debbono essere tutelate da certi atteggiamenti dei direttori di gara. Il comportamento del sig. Milos Andulajevic lascia tanto a desiderare. Replicare ad un gesto di violenza è da condannare. Episodi di violenza debbono essere depennati. E’ necessario che i vertice della Figc siano coerenti con tutte le componenti del mondo del calcio. La redazione sportiva della Gazzetta Jonica è disponibile a sentire ogni voce, e sovente mette in luce le problematiche dello sport. Da tempo si batte per la prevenzione dei calciatori, ma nessun segnale arriva dagli organi preposti, eppure gli introiti da parte della Figc sono tanti. Perché non reinvestirli, in parte, nella prevenzione? Da qui l’esigenza di stilare un bilancio di spesa da parte di ogni società affinché sia in regola con le richieste economiche della Figc.
Il mondo del calcio senza equità. Società senza voce in capitolo. Referti insindacabili
