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Savoca, “tegola” da due milioni e mezzo

SAVOCA –Per un provvedimento che il Tar ha ritenuto illegittimo arriva al comune di Savoca una tegola per un risarcimento milionario. Per la sospensione dell’attività estrattiva nella cava di gneiss in contrada Fontanelle di Savoca, che il Tar ritenne illegittima, la Sicobit (Siciliana Inerti Conglomerati Bituminosi) ha presentato ricorso contro il comune di Savoca e il Distretto Minerario di Catania, chiedendo la condanna al risarcimento dei danni subiti nei due anni di fermo attività di 2 milioni e 451 mila euro ciascuno al Comune di Savoca ed al Distretto minerario di Catania. La vicenda risale al 3 luglio 2008 quando il comune di Savoca comunicò al Distretto Minerario che l’attività estrattiva non aveva più i requisiti di sicurezza ambientale, da qui il Distretto Minerario il 13 agosto 2008 emise un atto di annullamento in autotutela dell’autorizzazione all’esercizio della attività estrattiva rilasciata il 28 febbraio 1996. La Sicobit, che nel frattempo era subentrata alla Geico, si rivolse al Tar che annullò i provvedimenti di comune e distretto con sentenza del 12 febbraio 2010. Da qui l’odierna richiesta di risarcimento, interessi e rivalutazione monetaria compresa, per i due anni di fermo. Il comune di Savoca ha deciso di affidare le proprie ragioni all’avv. Cecilia Nicita, con studio legale in Santa Teresa di Riva.

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