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venerdì, Novembre 15, 2024
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La cava Sicobit minaccia Porto Salvo?

La cava di Savoca minaccia Porto Salvo? Se lo chiede il sindaco di S.Teresa, Alberto Morabito, che ha sollecitato una ispezione del sito per accertare quanto denunciato da molti cittadini. Intanto il distretto minerario ha prorogato alla Sicobit fino al prossimo 30 maggio l’attività di estrazione dalla cava di gneiss di contrada Fontanelle- Mandrazzi (la concessione per i primi quindici anni scaduta il 27 febbraio scorso) ed in attesa che si definisca la questione che vede il comune di Savoca fortemente contrario alla proroga della concessione per altri quindici anni. La negazione del comune di Savocaè dovuta a questioni di sicurezza ed ambientali. La Sicobit ha però comunicato al distretto minerario di avere ultimato i lavori di messa in sicurezza dell’area della cava, compreso l’alveo del torrente Fontanelle interessato dallo sversamento dei detriti di lavorazione, dove sono stati realizzati dei muri di contenimento al piede della parete rocciosa. Come è noto, sia il comune di Savoca, nel cui territorio ricade la cava, sia il comune di Santa Teresa di Riva, che teme l’alterazione del quadro idrogeologico del torrente Porto Salvo che attraversa il centro rivierasco, hanno ripetutamente sollecitato sia il genio civile, che l’assessorato territorio e ambiente e la protezione civile ad intervenire per monitorare la situazione e restituire, così, tranquillità ai residenti di Cantitadi e Porto Salvo, ai quali, un “tappo” nell’alveo del torrente rappresentato dai detriti della cava, potrebbe creare seri problemi di sicurezza. Il Genio Civile, dopo un sopralluogo, ha intimato al comune di Savoca il divieto di rilascio di concessioni per qualunque tipo di attività edilizia nella zona compresa tra Fontanelle e Cantitadi l’alveo del torrente. Dagli altri enti nessuna risposta. Il comune di Savoca è stato lasciato solo ed il sindaco Nino Bartolotta appare sempre più sconfortato. Contro il diniego al proseguimento dell’attività di cava, la Sicobit ha presentato ricorso al Tar di Catania. La società aveva infatti richiesto, prima della scadenza della concessione, attestato di compatibilità con lo strumento urbanistico vigente a Savoca per avviare l’iter per il rinnovo dell’autorizzazione. Il comune di Savoca ha dato parere negativo per questioni ambientali, urbanistiche e di sicurezza. La Sicobit ha reagito chiedendo un risarcimento di 100 mila euro al mese. Inevitabile la discesa in campo dei rispettivi legali. Intanto la collina sparisce e l’alveo del piccolo torrente si assottiglia sempre più. E’ necessario fare chiarezza una volta per tutte, nell’uno e nell’altro senso. A salvaguardia dell’ambiente e degli investimenti e dei posti di lavoro.

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