Su disposizione della F.I.G.C. di Palermo, Calderone, arbitro designato per l’incontro, ha fatto rispettare un minuto di raccoglimento in memoria di Mario Perrone (ex calciatore dell’A.C.R. Messina e allenatore del Calatabiano) prima del fischio iniziale della gara tra Sparagonà e Motta. I giocatori raccolti in un abbraccio e i tifosi commossi hanno dedicato questo minuto all’amico appena scoparso. Il capitano Silvio scende in campo con il lutto al braccio. Un lungo applauso interrompe il silenzio assordante al comunale di Santa Teresa di Riva e subito dopo l’arbitro da il fischio di avvio. Mister Famulari propone un tre-cinque-due con Crisafulli libero, Palella e Pollino marcatori, alle fasce Naccari e Leo, Andrea Casablanca mediano, Silvio ed Enrico Casablanca al centrocampo e in attacco Aranciotta e Carnabuci. Invece il Motta si affida ad un collaudato quattro-quattro- due con Calabrò a ridosso degli attaccanti Marano e Lucisano. In difesa a destra Lo Giudice e a sinistra Tripolone, con Lando e Donato centrali. In fase di interdizione agivano Tatì e Mannino. Inizia il primo tempo con ritmi lenti, l’attacco casalingo riesce a spingersi a ridosso dell’area avversaria, ma non risultare particolarmente offensiva per l’esperto Corvaia. Il Motta dal canto suo, deve ancora studiare l’avversario e nel frattempo contiene il gioco sperando nei contropiedi. Al 25′ arriva la prima azione che desta qualche interesse per i tifosi che lamentavano una persistente monotonia nel campo. Carnabuci attacca in posizione limite, Donato nel difendere la propia area viene atterrato, l’azione continua, nonostante le proteste del Motta verso l’arbitro per richiedere il fallo e intanto Andrea Casablanca approfitta con un destro poco offensivo che finisce appena fuori dalla parte. Dieci minuti dopo, Aranciotta, dopo aver superato Lo Giudice e Lando, prova il tiro dalla trequarti e Corvaia in salto manda in angolo. Dal successivo corner crossato da Andrea Casablanca, nasce la prima vera azione gol per lo Sparagonà, che solo la prontezza di Corvaia, ha salvato. Lo Sparagonà non è al massimo delle sue forze, non riesce a sfuttare bene le fasce e l’attacco non impensierisce particolarmente gli ospiti. Dall’altra parte il Motta, non sempre mantiene lo schieramento iniziale, concedendo ampi spazi agli avversari, i quali comunque non ne approfittano. La parità del primo tempo sembra non accontentare mister Famulari, che negli spogliatoi da uno scossone ai suoi ragazzi apparsi un po’ assopiti nei primi 45 minuti di gioco. Infatti sin dai primi minuti del rientro si nota maggiore dinamismo, con due occasioni gol non concluse, di Aranciotta su cross molto preciso di Silvio e di Naccari su corner di Andrea Casablanca, che da subito mettono un po’ di brio tra i tifosi. Tanta energia per niente. Al 60′ Crisafulli prova a fermare l’attacco di Marano, che viene atterrato. L’arbitro concede la punizione e la palla va in angolo. Il tiro ben calibrato arriva davanti alla porta, viene respinto dalla difesa, ma la palla piuttosto che essere allontanata, si posiziona al centro dell’area e trova lo stesso Marano pronto a insaccare. Intanto si alternano i vari cambi a disposizione dei due allenatori e al 67′ Balastro, al duo esordio nello Sparagonà, si fa notare con un tiro respinto dalla barriera, che trova Andrea Casablanca lesto a riprovarci, ma risulta di poco alta. Al 74′ un fallo di Mannino su Enrico Casablanca al limite dell’area porterà i padroni di casa al pareggio, grazie ad Andrea Casablanca che, nonostante la confusione in area, è stato il pù veloce di tutti a colpire, mandando in rete. All’81’ il gol del vantaggio, propiziato da Balastro che viene atterrato in pena area. Dal dischetto trasforma il rigorista Crisafulli. L’ottimo Corvaia indovina l’angolo, ma non riesce a toccare. Occasione importante (83′) per Balastro che su suggerimento di Casablanca, sbaglia di pochissimo. Al 85′ e al 90′ il capitano Silvio salva per ben due volte sulla linea bianca il risultato. In pieno recupero il Motta reclama un calcio di rigore per atterramento di Lucisano. Calderone non è dello stesso avviso. Inutili le proteste dei mottesi.