Arriva la rivoluzione federalista per le tasse comunali. Dal prossimo gennaio 2011 sarà possibile effettuare una scelta in relazione alla tassazione dei redditi prodotti dalla riscossione degli affitti. Anziche’ dichiarare a tassazione ordinaria in denuncia dei redditi l’85% dell’affitto riscosso e pagarci sopra le imposte in base all’aliquota percentuale a cui siamo giunti con la sommatoria degli altri redditi si può scegliere di assolvere al pagamento delle imposte attraverso un solo 20% di imposta calcolata sull’intero canone detta “cedolare secca”. Possono aderire a questa nuova tassazione i soggetti persone fisiche e per immobili abitativi e quindi abitazioni. Sono esclusi perciò anche i professionisti lavoratori autonomi e società che affittano case o uffici o negozi e simili. L’imposta del 20% sarà sostitutiva delle imposte IRPEF, delle addizionali regionali e comunali, dell’imposta di registro e di quella di bollo sul contratto di locazione che sarà oggetto di registrazione (anche per contratti di durata inferiore ai 30 gg), prescindendo dagli altri redditi personali e rimanendo fermo il pagamento dell’ICI. Il canone denunciato non potrà essere inferiore al 10% del valore catastale dell’immobile per evitare scomodi controlli. Tale nuova modalità è in attesa di un provvedimento da parte dell’Agenzia delle Entrate che meglio definirà le disposizioni attuative. E’ chiaro che il contribuente deve farsi due conti e valutare se, avendo solamente da dichiarare un reddito da fabbricati, pagherebbe di meno usufruendo della possibilità di dedurre o detrarre oneri deducibili e detraibili eventualmente posseduti. La cedolare secca rientra, come dicevamo, nell’attuazione del federalismo fiscale. Il suo gettito infatti andrà ai comuni come quello delle imposte di bollo, di registro, ipotecarie e catastali, dell’Irpef sui redditi immobiliari. I comuni, in sostanza, faranno cassa con le case
Affitti, arriva “la cedolare secca”. Una sola imposta al 20%