Furci Siculo – Sebbene sia stato imposto di non accendere falò sulla spiaggia, a mezzanotte ed un minuto di Ferragosto l’arenile si è illuminato di colpo. Alte lingue di fuoco si sono sviluppate da cataste di legna sistemate di soppiatto da gruppi di giovani. Dovevano intervenire vigili urbani, carabinieri e Capitaneria di Porto ed invece non si è visto nessuno. Eppure lì vicino c’erano montate, contro ogni regola, diverse tende con dentro tante persone, mentre piccoli frammenti di legna incandescente venivano sospinti dal vento. Lo spettacolo era divertente e senza dubbio affascinante. Ma le conseguenze potrebbero essere sfregianti, se si considera che sulla spiaggia restano tizzoni accesi, chiodi e carbonella. Un pericolo per chi attraversa quel tratto di arenile a piedi scalzi, ma soprattutto per i bambini che giocano a palla lì vicino. Certamente è una questione di mentalità, di ristretto progresso. Perchè se la tradizione, a cui si aggrappano i sostenitori dei falò sulla spiaggia la vigilia di Ferragosto, dev’essere causa di feriti e incidenti e per di più cagionare una certa spesa per il comune (costretto a pulire la spiaggia con più operari), sarebbe opportuno abbandonare ogni atavica usanza e distendersi sotto una coltre di stelle. Per godersi la frescura in santa pace e per trovarsi bene il giorno dopo.