Roccalumera – “La discarica dei veleni”, com’è stato battezzato il sito che dovrebbe sorgere in contrada Carrubbara del comune di Pagliara, non si farà. Così hanno sentenziato ieri nel corso di una riunione speciale del civico consesso, gli amministratori comunali ed i politici del comprensorio jonico del Messinese. Ancor prima, anche il sindaco e gli assessori del comune di Pagliara, hanno ribadito, nel corso di una conferenza stampa, il loro categorico no a questa contestata iniziativa di “Tirreno Ambiente”. Il progetto, difatti, prevede la costruzione di una discarica per la raccolta di rifiuti speciali non pericolosi, in cui dovrebbero essere smaltiti l’amianto cementificato, rifiuti di processi chimici organici e inorganici, dell’industria tessile, vernici e smalti. Come dire? Una bomba ecologica che manderebbe in frantumi lo sviluppo turistico, agrumicolo e commerciale di tutto il comprensorio. In più l’area, oggetto dell’intervento, si trova a meno di 300 metri da Rocchenere e a 600 metri da Roccalumera. Giusta la presa di posizione del sindaco di Roccalumera avv. Gianni Miasi e di quello di Pagliara rag. Santino Di Bella. Ma a margine di tutto questo sono emersi, avantieri, dei contorni complessi, gestiti dalla passata amministrazione di Pagliara. Difatti, nel corso conferenza stampa, l’attuale primo cittadino Di Bella ha reso noto che il sindaco del tempo, Domenico Prestipino, ha firmato (nel 2005) una sorta di adesione al progetto e successivamente (nel 2006) il commissario ad acta al comune Antonino Piccione ha comprato duemila azioni da questa società. Infatti si trova tra le voci di bilancio un impegno spesa di 4 mila euro, duemila per l’acquisto delle azioni e duemila per le spese notarili. “Di tutto questo, ha detto il sindaco, noi non sapevamo niente. Devo aggiungere che il 21 ottobre scorso abbiamo ricevuto dalla Regione una nota informativa per partecipare ad una conferenza di servizi a Palermo. Devo precisare che nel Prg di Pagliara non è prevista alcuna discarica”. Quindi, un progetto c’è, esiste. “Però è tutto frutto della passata amministrazione, ribatte Di Bella, che tra l’altro ha fatto sparire le carte. Comunque, io devo difendere la salute dei miei cittadini e non darò mai il consenso per questa discarica”. A Roccalumera, invece, nel corso della seduta straordinaria del consiglio comunale, che si è tenuta nell’antica Filanda, è emerso che “Tirreno Ambiente”, la società che deve costruire la discarica per rifiuti non pericolosi, avrebbe messo le mani sul territorio, con la presenza sul posto di macchinari e di studiosi. Nel corso dei lavori si è parlato anche di terreni che sarebbero stati acquistati e poi venduti lungo il perimetro della costruenda discarica. Alla riunione di Roccalumera, per dire no alla discarica dei veleni, hanno presenziato il sindaco Gianni Miasi, il presidente del consiglio Antonio Garufi, tutti i consiglieri di maggioranza e minoranza, i consiglieri provinciali Lalla Parisi, Matteo Francia, Nino Muscarello, Pippo Lombardo e Biaglio Gugliotta, il sindaco di Furci Bruno Parisi, assessori di Nizza di Sicilia e S.Teresa. Secondo il progetto di “Tirreno Ambiente” si tratterebbe di mettere su una discarica di 500 mila metri cubi, cioè come un palazzo alto 100 metri su un campo di calcio. Immensa. Ma la parte più interessante è legata ai rifiuti che potrebbero essere smaltiti in tale sito. Dalla tabella codici CER (Catalogo Europeo dei Rifiuti) per i rifiuti non pericolosi risulta un elenco di 10 pagine: si va dai rifiuti dell’estrazione e dei trattamenti chimici e fisici dei minerali ai rifiuti dell’industria tessile, dai rifiuti della raffinazione del petrolio (rifiuti contenenti zolfo o bitumi per esempio) ai rifiuti dei processi chimici. Tutto questo a 300 metri dall’abitato di Rocchenere e a 100 metri dal cimitero di Roccalumera. “Ci rifiutiamo, scrivono i responsabili del Pd di Pagliara, di vivere accanto a un luogo in cui si trovano tonnellate di amianto qualunque sia il trattamento che ha subito. Il nostro territorio ha bisogno di sviluppo e non di una bomba ecologica nel proprio cuore”. (Foto Santisi)
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