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lunedì, Settembre 16, 2024
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AUTOSTRADA, APERTA UNA CORSIA

Roccalumera – Alle 13,30 di oggi è stata riaperta al traffico la “corsia di marcia” della carreggiata lato mare dell’autostrada Catania Messina, da due giorni interrotta tra i caselli di Roccalumera e Taormina a causa di un movimento franoso che ha trascinato sull’A18, proprio in faccia all’abitato di Letojanni, montagne di terra frammista a pietrisco e fanghiglia. Nella carreggiata lato monte, invece, da ieri è stato aperto un varco lungo la corsia di sorpasso, consentendo agli automezzi di transitare, anche se lentamente e incolonnati. La zona colpita dal nubifragio, che ha generato tre movimenti franosi, si estende su un fronte di circa un chilometro (dal km. 32 al 33), tra il parcheggio Papale est e il viadotto Silemi, a tre chilometri dallo svincolo di Taormina. Oltre a terra e pietrisco, sono stati rovesciati sull’autostrada dei grossi macigni, che per fortuna si sono fermati a ridosso del muro di cinta. Per spalare tutta questa terra il Consorzio autostradale ha utilizzato mezzi propri, oltre a camion e pale gommate di alcune ditte esterne. Si lavora da tre giorni instancabilmente per ripristinare la viabilità su tutt’e tre le corsie delle due carreggiate. Ma prima di arrivare alla pulizia generale passeranno ancora giorni, considerato che oltre a spalare tutta la terra ed i massi, necessita riattivare pure pozzetti, cunette e opere idrauliche. L’autostrada Messina Catania, ha dimostrato di avere un punto debole lungo il viadotto di Silemi, in faccia all’abitato di Letojanni. Difatti in dieci giorni tra il casello di Taormina e di Roccalumera si sono verificati tre feroci smottamenti, che hanno messo a tappeto la robustezza della struttura. Adesso si cerca di trovare una soluzione, un rimedio, ai frequenti movimenti franosi, demandando ad un esperto geologo dell’Università di Catania di studiare bene la morfologia del terreno. Un lavoro che richiede tempo e studi accurati. E con la speranza che vengano banditi per un po’ i temporali dalla zona jonica, altrimenti si rischia di restare prigionieri nella propria macchina (com’è successo già due volte) tra il casello di Roccalumera e quello di Taormina.

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