Furci Siculo – “C’è troppo odio, io mi dimetto”. E così è stato. Tino Vinci vicepresidente del consiglio, e negli ultimi nove anni assessore, ha rassegnato le dimissioni da consigliere comunale. La notizia ha colto di sorpresa non solo gli ambienti politici locali ma anche gli stessi amministratori comunali. E’ il primo sintomo di un difficile governo del paese, affidato da un lato al sindaco e alla giunta municipale e dall’altro lato al consiglio comunale, la cui maggioranza però è avversaria al primo cittadino. Amministrare in queste condizioni è diventato diabolico, anche per i continui scontri verbali tra il sindaco Bruno Parisi e il presidente del consiglio Sebastiano Foti. I frequenti battibecchi tra i due uomini politici locali hanno portato ad un appiattimento la crescita di Furci, tant’è che da parecchi mesi ( ma anche prima dell’avvento di Parisi sindaco) non si muove foglia in paese. Ancor prima di Vinci, per far capire com’è tesa la vita politica a Furci, anche gli assessori Francesco Foti e Francesco Di Bella hanno tentato di dimettersi, inviando una circostanziata dichiarazione al sindaco, ma poi sono rientrati tra i ranghi. Tino Vinci, politicamente impegnato nel centrodestra, è stato assessore all’igiene e sanità nella prima legislatura e alla manutenzione e servizi cimiteriali nella seconda. In tutte e due i mandati ha avuto come sindaco il dott. Sebastiano Foti, che oggi ricopre la carica di presidente del consiglio. Ha rinunciato sempre all’indennità di carica e si è attivato costantemente in difesa dei giovani, riuscendo anche a mantenere una squadra di calcio (prima nella Uisp e poi in Terza categoria) proprio per valorizzare la gioventù locale. E’ un politico aperto, libero, con un vasto seguito. Alle ultime elezioni amministrative la sua lista ha perso la leadership nella corsa a primo cittadino ma ha vinto quella della maggioranza consiliare. Allora, nel corso di una fugace intervista, Vinci ha detto subito che amministrare in queste condizioni sarebbe stato difficile. E così è stato. L’odio politico ha diviso il paese e lui ha preferito mettersi da parte. Forse per contestate le “scelte sbagliate sia del sindaco Parisi”, come ebbe a dire una volta, ma anche quelle dei suoi amici di cordata. La vera motivazione al momento non si conosce. Solo poche righe nella lettera di dimissioni, per dire basta ad una politica locale, che lui ha definito impregnata di odio e di rancore.