Furci Siculo – “Cara Gazzetta jonica chi ti scrive è il portiere del Furci Peppe Cocuccio. È vero, qualche mese fa a Furci si sono svolte, dopo una campagna elettorale aspra, le amministrative. Poi finite come tu ben sai. Il paese allora sembrava spaccato in due come la Firenze del ‘300, Guelfi contro Ghibellini. Ma non aveva fatto i conti con la nascita di una stella: "ASD Furci". Un sogno attorno a cui stringerci tutti, per migliorarci, per andare avanti e guardare sempre verso nuovi traguardi. È vero ,cara Gazzetta Jonica!, la politica divide, lo sport unisce!! Già è proprio una soddisfazione vedere tante persone, che magari hanno avuto contrasti socio-politici tra di loro, stringersi attorno alla squadra; e per me come per i miei compagni è motivo di grande orgoglio essere consapevoli di avere sulle proprie spalle tale responsabilità, di dare a volte l’esempio del "gruppo" che suda non solo per la nostra voglia di vincere ma anche per la voglia di portare alto il nome del paese attraverso lo sport, e non solo. Spero comunque che questa Stella continui a brillare sempre più in alto facendo sognare tutti specialmente i nostri rappresentanti politici affinché si uniscano anche in consiglio, non solo al Papandrea, in modo tale che la serenità e la consapevolezza dell’importanza del loro ruolo possano aiutarli a deliberare per il bene di Furci. Un saluto affettuoso da Giuseppe Cocuccio, e come cantano i tifosi: "Furcese sempre di più."
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Grazie per la tua bella lettera. Grazie per le parole sagge che hai saputo indirizzare agli amministratori comunali di Furci che divisi sul campo della politica si ritrovano uniti sul campo di calcio. Speriamo che i politici che da quindici, venti anni reggono malamente le fila del comune lascino il passo a giovani intraprendenti come te, che credono fortemente nei sentimenti di crescita civile e culturale. Traguardo raggiungibile solo dialogando e collaborando e non offuscando i rapporti politici con l’odio e le minacce. Che tu non condividi perché, per fortuna, appartieni ad un’altra generazione.
Grazie ancora.
Pino Prestia