A Messina si è passato in poco più di un mese dalla B ai propositi di ripartire dalla quinta serie dopo un mese di luglio tutto da dimenticare. Prima l’amara cancellazione dell’Fc dai quadri professionistici, poi la constatazione di una incapacità imprenditoriale locale di mantenere un livello calcistico dignitoso attraverso il "paracadute" del Lodo Petrucci.
E oggi le grandi manovre in corso per voltare pagina e ricominciare dal più importante campionato dilettantistico nazionale. Che non è il massimo per una città di grandi tradizioni calcistiche qual è Messina, ma al momento rappresenta la migliore soluzione per dimenticare i recenti "disastri" e dare, al primo anno, l’assalto all’ultimo gradino professionistico.
In città l’unica certezza sembra questa: prendere parte al prossimo campionato interregionale. Certezza, tuttavia, che dovrà essere ufficializzata, all’inizio della prossima, dalla Federazione una volta valutate le istanze presentate dai tre club che intendono ripartire chiamando la squadra Messina.
Tre, appunto, ma uno è "vecchio" ed è quell’Fc che oggi, tra gli sportivi peloritani, raccoglie ben poche simpatie.
La società dei Franza, infatti, lavora per ripartire dalla serie D senza ambizioni di ritornare, almeno nell’immediato, nel calcio professionistico.
L’Fc sta progettando di ricominciare da un gruppo molto giovane – le norme del campionato di serie D obbligano le società a schierare un numero minimo di "under": quattro sempre in campo, un classe ’88, due ’89 e un ’90 – da affidare alle sapienti mani di un tecnico messinese preparato, Gaetano Di Maria, reduce da un’annata in chiaroscuro alla guida dell’Adrano.
Tutto è legato all’accettazione di una istanza che, a Roma, può risultare "pesante" per gli anni di militanza in A e B, ma che può essere respinta per il forte deficit economico in cui versa la società di via Acireale. Senza dimenticare che sarebbe un club – fanno sapere i tifosi – senza appoggio di una piazza delusa e amareggiata dalla gestione dei Franza in questi ultimi anni. Non a caso – ma ne riferiamo a parte – una rappresentanza di sportivi facenti parte del comitato Zanclon, "implora" Abete e Tavecchio affinché non prendano in considerazione la richiesta dell’Fc di ripartire dalla serie D.
Invece c’è un’altra società, l’Associazione Calcio Rinascita, che punta a entrare nei cuori degli sportivi giallorossi con un acronimo storico – l’Acr – e le garanzie di un dirigente messinese, Giovanni Carabellò, che sta lavorando in silenzio per costruire un club solido e un team ambizioso. Operazione non facile ma già da qualche giorno l’ex direttore generale del Football Club si sta adoperando per assicurare alla Messina calcistica un futuro dignitoso. Carabellò domani incontrerà a Palazzo Zanca il sindaco Giuseppe Buzzanca – il quale ha già detto che appoggerà la società che saprà fornire le maggiori garanzie – per proporre ufficialmente il suo neonato Acr alla città in attesa di notizie da Roma.
Top-secret su proprietà – scontata, comunque, la presenza di alcuni imprenditori cittadini – e staff tecnico mentre ad affiancare Carabellò nella nuova avventura ci potrebbe essere un posto di prestigio per l’ex capitano di mille "battaglie" Sasà Sullo, che nei giorni scorsi si è detto entusiasta di aiutare il calcio peloritano anche sotto l’aspetto economico.
Una buona base da cui ripartire nel caso in cui Abete dovesse assegnare all’Acr il compito di rappresentare Messina nel prossimo campionato di quinta serie.
E, dulcis in fundo, non è da scartare neanche l’ipotesi-Sporting se, come sembra, il gruppo Cazzaniga dovesse ufficialmente proporre il proprio appoggio finanziario al club fondato da Giuseppe Rodi. Il gruppo imprenditoriale milanese dovrebbe sciogliere la riserva oggi per partecipare al progetto-Messina con costi nettamente inferiori (iscrivere una squadra in serie D costa 49 mila euro, compresa la quota di 31 mila di fidejussione bancaria) rispetto a quelli richiesti dal Lodo Petrucci. Ecco perché la corsa è lanciata e l’inizio della prossima settimana potrebbe coincidere con l’avvio di un nuovo capitolo calcistico in riva allo Stretto