“Le Organizzazioni Sindacali servono per tutelare i diritti dei lavoratori non per coprire le illegalità degli assenteisti, pertanto esprimiamo la massima fiducia ai rappresentanti della giustizia che sapranno trarre le giuste conclusioni dal blitz antiassenteismo scattato lo scorso 13 giugno nei locali dell’Azienda Trasporti Messina. Ciò premesso auspichiamo che i controlli e le sanzioni partite dal basso s’innalzino verso i vertici dirigenziali, i c.d.a che si sono succeduti negli anni e la politica che ha provocato l’attuale voragine economica nell’azienda pubblica del trasporto locale. Limitarsi a sanzionare l’impiegato fannullone sarebbe iniziativa fine a se stessa se non seguita da accurati accertamenti tesi a individuare i responsabili di azioni ben più gravi e costose dell’assenteista che nell’orario di lavoro si occupa di faccende personali. In tempi di linea dura non si può graziare chi negli anni ha trasformato l’ATM in un serbatoio di voti attraverso conclamate pratiche di nepotismo, le carriere veloci, i dubbi investimenti di denaro pubblico, sono elementi sommersi nel torbido che i tutori della legalità hanno il dovere di far emergere e giudicare con la stessa fermezza dedicata ai lavoratori disonesti. Sarebbe più che mai opportuno un blitz per smascherare gli inetti e i furbi di ieri e di oggi, spiegare ai cittadini perché si esternalizzavano i servizi e si affidava la manutenzione dei mezzi a ditte private mentre le risorse interne restavano inoperose; capire perché non arrivano i pezzi di ricambio e su 120 mezzi gommati 90 restano fermi in deposito con tutti i disagi che ne conseguono per l’utenza. Sarebbe utile un intervento della magistratura che svelasse il motivo per cui non si riesce a rendere operativo il Parcheggio Cavallotti costruito con risorse pubbliche; la dirigenza dovrebbe giustificare con urgenza le spese sostenute per abilitare il personale alla conduzione dei mezzi per poi “imboscare” gran parte dello stesso in comode poltrone d’ufficio. Nel contempo il Capolinea Bonino, Ultimato da sei mesi, non viene ancora inserito in esercizio…Chi pagherà per tutto questo? I lavoratori fannulloni? Per il resto si stenderà il solito velo pietoso a tutela dei potenti che hanno usato l’ATM per squallidi interessi di bottega politica? Si cercherà di sanare il deficit e coprire le vergogne con la comoda privatizzazione del servizio pubblico? Se così fosse non sarebbe cambiato nulla, l’annunciata “fermezza” si ridurrebbe ad un giustizialismo dimostrativo forte con i deboli e debole con i forti”