Fare le ore piccole troppo spesso e dormire male può avere serie ripercussioni sulla salute. Un riposo non adeguato e disturbato può far aumentare di tre volte i rischi di infarto e quadruplicano le ricadute di depressione, può inoltre rallentare la guarigione di malattie e contribuire alla comparsa di problemi metabolici, ictus e ipertensione. In Italia ci sono oltre 12 milioni di persone, per lo più donne, con problemi che causano difficoltà di concentrazione e di memoria al risveglio, oltre a manifestare tensione, irritazione e altri disturbi dell’umore. Il professore Luigi Ferini-Strambi, presidente dell’Aims, ha evidenziato come circa il 66 per cento dei pazienti dei medici di famiglia lamentano disturbi del sonno. Mario Giovanni Terzano, ordinario di neurologia del centro di Medicina del Sonno all’Università di Parma, attraverso un comunicato spiega che l’insonnia, pur essendo un problema molto diffuso, viene spesso sotto diagnosticata e quando i pazienti non cercano di auto curare il problema senza ottenere nessun miglioramento anche le terapie applicate in alcuni centri medici non sono adeguate. Dalle statistiche è emerso che solo il 16 per cento degli insonni è curato, il 56 per cento non si cura per niente, il 40,5 per cento ritiene le cure inutili e il 7,3 per cento ricorre a metodi fai da te. Gianfranco Parati, primario di cardiologia dell’Istituto Auxologico di Milano, ricorda che i disturbi del sonno non vanno assolutamente trascurati. Fra le persone a maggior rischio ci sono i "turnisti" e i "malati di iperlavoro", a causa degli orari di lavoro la qualità del sonno viene pesantemente compromessa con serie conseguenze sulla salute. Durante il sonno l’organismo regola tutte le funzioni vitali al minimo per potersi riposare, in questa fase si hanno dei livelli di cortisolo più bassi, al risveglio il livelli di cortisolo aumentano innalzando la pressione sanguigna in modo da riattivare tutte le funzioni. Quando il nostro organismo riposa in maniera corretta viene inibita la produzione di cortisolo durante il sonno, nei casi in cui il sonno è disturbato e ci sono dei frequenti risvegli, il cortisolo continua a stimolare il nostro sistema cardiovascolare sovracaricandolo. Una situazione che spiegherebbe come mai in precedenti studi si è riscontrato nella mattina, e in particolar modo nella fase del risveglio, la maggior concentrazione di casi di infarti e ictus. Dormire male può avere anche altre conseguenze, Giovanni Muscettola, psichiatra all’Università Federico II di Napoli, spiega che l’insonnia può sia causare che contribuire all’insorgere di stati di depressione, non è un caso che ne siano affetti circa il 20-35 per cento dei pazienti con insonnia cronica. Purtroppo, Muscettola spiega che quando depressione e insonnia sono concomitanti andrebbero curate entrambe, questo non avviene in quanto nelle Linee Guida internazionali per la cura della depressione, la terapia dell’insonnia non è ancora stata riconosciuta anche se numerosi studi dimostrano come i disturbi del sonno non curati possono portare ad una ricaduta nella depressione. Gli esperti tengono a precisare che per recuperare le ore di sonno perse non basta ad esempio un riposino pomeridiano, dormire durante il giorno non è la stessa cosa di riposare durante le ore notturne. Il sonno diurno non e in grado di ristabilire del tutto l’equilibrio fisiologico garantito da un corretto ritmo sonno-veglia. Un altro aspetto evidenziato durante il convegno è l’età media dei pazienti che accusano problemi di insonnia, in un decennio si è passati da 48 a circa 38 anni, un problema che colpisce sempre più frequentemente anche i bambini. Qualora si soffrisse di insonnia, il consiglio migliore è quello di andare dal proprio medico in modo da poter esaminare nel dettaglio la nostra situazione, trascurare il problema o provare a curare da soli un disturbo che si protrae nel tempo potrebbe peggiorare la situazione.