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venerdì, Marzo 21, 2025
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“Nel Messinese girano armi e crack. La mafia? Ancora forte”. Parla il presidente della commissione Antimafia

La Commissione regionale Antimafia dell’Ars ha fatto tappa a Messina per una serie di audizioni con le istituzioni e le forze dell’ordine. Il quadro emerso è allarmante: la criminalità organizzata si muove nell’ombra, accumula capitali attraverso il traffico di droga e si arma sempre di più. “Circolano tantissime armi che, da evidenze investigative, non mostrano una ripresa della violenza, segno di una mafia sempre più armata ma che sceglie di essere sommersa”, ha dichiarato Antonello Cracolici, presidente della Commissione.

Uno dei dati più preoccupanti riguarda la diffusione del crack. Rispetto a due anni fa, la situazione è nettamente peggiorata: il consumo è aumentato e si è esteso oltre i confini cittadini, coinvolgendo anche la provincia. Bernadette Grasso, vicepresidente della Commissione e sindaca di Caprileone, ha sottolineato il fenomeno: “Il dato che è emerso oggi non è confortante: mentre due anni fa il crack era diffuso solo in città, oggi il comitato interforze ci ha sottolineato che l’uso del crack è aumentato, con una dose che costa meno rispetto a due anni fa: da 5 euro è passata a 2.50 euro”. La riduzione del prezzo ha reso questa droga accessibile anche ai più giovani, aggravando l’emergenza sociale.

L’attività estorsiva rimane un pilastro della criminalità organizzata, ma con una dinamica sorprendente, “è diffusa ma paradossalmente si riducono le denunce ha evidenziato Cracolici. Una tendenza preoccupante, dovuta anche alla disponibilità di alcuni imprenditori a cercare la “protezione” delle cosche, instaurando un rapporto di dipendenza con le famiglie mafiose.

Le mafie nel Messinese ( Milazzo, Giardini Naxos, Taormina) stanno puntando su un basso profilo, evitando atti di violenza plateali per non attirare l’attenzione delle forze dell’ordine. Questo non significa che abbiano smesso di operare, anzi: “C’è anche la ricerca di insospettabili che possano in qualche modo superare i blocchi che sono stati introdotti con i certificati antimafia” ha spiegato il presidente della commissione regionale Antimafia. Le organizzazioni sfruttano prestanome per accedere a fondi pubblici e aggirare i controlli.

La criminalità organizzata è tutt’altro che un fenomeno del passato. La mafia non spara, ma si infiltra nei settori chiave dell’economia e della società.“Dobbiamo essere tutti consapevoli che la lotta contro le mafie deve continuare perché Cosa Nostra non è un fenomeno del passato e se vogliamo sconfiggerla dobbiamo impegnarci tutti” ha concluso  Cracolici.

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