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Nel corpo dell'arte di Louise Bourgeois: "Do Not Abandon Me"

Firenze, 28 giu. (askanews) – Un percorso di verit, densit, presenza. Senza visioni edulcorate, ma con la profondit complessa dell’arte, quella grande. La mostra di Louise Bourgeois al Museo Novecento di Firenze vasta e, per certi versi, ossessiva e ruota intorno a un timore ancestrale, quello dell’abbandono e della perdita. Con continue incursioni nel territorio del corpo e in quello delle relazioni pi viscerali, come tipico di tutta la pratica dell’artista.

“La grande opera di Bourgeois – ha detto ad askanews Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento e co-curatore della mostra – indaga il nostro rapporto con l’inconscio, con le nostre pulsioni, i desideri e soprattutto con quello che il corpo ci racconta della nostra vita, del nostro destino qui nel mondo adesso. Per questo proprio una delle pi grandi artiste di tutti i tempi perch ha indagato la sfera dell’inconscio come mai altro probabilmente, soprattutto perch lei ha guardato all’inconscio, non dal punto di vista maschile, ma femminile. Ha parlato del nostro corpo, dei nostri organi, dei nostri liquidi, i fluidi, senza intermediazioni, senza sotterfugi retorici o figurativi”.

A colpire subito la grande coppia di ragni, altro classico soggetto della Bourgeois, al centro del chiostro del museo. Anche in questo caso l’opera suscita reazioni diverse, sentimenti di paura e affetto, si passa dalla riconoscibilit all’inquietudine, il tutto nell’arco di pochi istanti, nei quali per la forza del lavoro ha il tempo per travolgere il visitatore e accompagnarlo, sempre sospeso tra diverse sensazioni, lungo tutto il percorso espositivo. Che fatto di immagini di maternit, di sangue, di parole, di desiderio e di paura. Ma tutto poi converge verso una sensazione di presenza, radicale presenza dell’arte.

La mostra “Do Not Abandon Me”, co-curata da Philip Larratt-Smith, coinvolge anche il Museo degli Innocenti ed aperta al pubblico fino al 20 ottobre. (Leonardo Merlini)

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