I parcheggi continuano a far discutere a S.Teresa di Riva. Risolto il caso stazione ferroviaria, adesso si parla di quelli che il Comune dovrebbe realizzare nei pressi della palestra comunale di pallavolo a Bucalo. Sull’argomento riportiamo una “lettera aperta” ai cittadini, al sindaco Danilo Lo Giudice, assessori e consiglieri, da parte del Comitato Jonico Beni Comuni: “E’ stato un fatto positivo e promettente che il nostro Sindaco Danilo Lo Giudice, con tempestività ed intelligenza amministrativa sia tornato indietro ed abbia annullato la decisione di mettere a pagamento l’area di parcheggio della stazione ferroviaria, su legittima contestazione dell’atto programmato con l’impresa esterna che ha in appalto i parcheggi a pagamento. Si riconosce pertanto il valore del confronto con la cittadinanza che si può e deve ascoltare quando c’è in gioco un interesse prioritario evidenziato con argomentazioni oneste e richieste a vantaggio del bene comune. Incoraggiati dalla suddetta circostanza favorevole, come componenti del Comitato Jonico Beni Comuni, vogliamo aprire una discussione d’interesse comune a proposito dell’area di parcheggio in progetto, da costruire nei pressi della palestra comunale di pallavolo a Bucalo. Proprio qui stanno per realizzarsi i nuovi locali per trasferire la scuola superiore liceale, qui dove già ci sono lo stadio comunale, lo studio medico radiologico del Centro diagnostico, la scuola primaria. A prima vista sicuramente l’ipotesi del parcheggio all’Amministrazione comunale è apparsa utile come servizio essenziale ai presunti fruitori degli edifici menzionati. A noi, purtroppo, dispiace rilevare che si tratterebbe di un ulteriore danno per l’ambiente del paese, non solo fisico perchè si va ad aumentare il cemento con la concentrazione di costruzioni addossate l’una sull’altra e si sottrae suolo vitale al territorio, ma soprattutto umano perchè non tiene conto della salute dei cittadini. Purtroppo ci rendiamo conto che si tratterebbe di una scelta difficile per gli amministratori di breve periodo, legati ai bisogni contingenti, ma sarebbe responsabile, di ampie vedute e soprattutto salutare se si volesse mantenere un’area verde, magari un bel parco. Questo certamente potrebbe migliorare la vivibilità del quartiere e prospettare modelli alternativi, spazi fruibili per ossigenarsi, passeggiare tra gli alberi, incontrarsi all’aria aperta, dove poter stare insieme bambini ed anziani, giovani liberi e famiglie intere, turisti e residenti con adeguate strutture per crescere in umanità nella socialità, senza violare la natura, che va rispettata e non si rivolti contro, come sta avvenendo. E’ una bella idea che darebbe respiro ai cittadini di oggi e di domani, liberati dalla minaccia, già pesante, e dalle conseguenze nocive dell’inquinamento acustico, visuale e atmosferico delle automobili, come si evince dalle forme di patologie insorgenti che riducono la qualità della vita e conducono alla morte. Chi si trova a passare da qui, nei momenti di punta, rischia di tutto per il traffico intenso e lento, non può neanche camminare a piedi e si riempie di veleni. Lo stesso discorso vale anche per altri quartieri dove si intensifica il traffico nelle ore di punta per intasamento costante e periodico : il lungomare, i plessi scolastici delle scuole elementari e medie del centro e delle periferie, la via Sparagonà, la via del Gambero, la via per Savoca, intorno alle piazze delle chiese etc. A questo punto ci vorrebbe davvero una dose di coraggio e fare delle scelte di futuro per un paese dalle caratteristiche residenziali a favore del benessere della persona, della comunità e degli ospiti sempre più numerosi. Per questo, dopo uno studio accorto e possibili strategie alternative, occorre mettere una restrizione alla circolazione delle automobili e allo spreco di suolo, che rappresenta la vita e va tutelato, a tutti i costi, mentre va incrementato e valorizzato il verde, quel poco rimasto, per garantire uno sviluppo equilibrato agli abitanti che amano questo paese, agli stessi amministratori che possono prendere una decisione sapiente e di lunga durata, alla comunità che voglia ritrovare lo spirito dell’unione che fa la forza e la differenza contro un malessere individuale e sociale invasivo e diffuso. Si aspettano idee, proposte e soluzioni per un confronto sereno e costruttivo a vantaggio dei figli di questo paese nel rispetto dei principi della Costituzione, della vita e della libertà di coscienza e di partecipazione”.
Comitato Jonico Beni Comuni