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L’Etna lascia a terra i passeggeri a Ferragosto, voli sospesi a Catania e cenere sui comuni etnei

Voli sospesi all’aeroporto di Catania dopo le attività dell’Etna che si sono concluse all’alba. “La pista è inagibile a causa di una copiosa ricaduta di cenere vulcanica sul campo e, pertanto, sono sospesi sia gli arrivi che le partenze – afferma una nota della Sac che gestisce lo scalo catenese -. Le operazioni di volo riprenderanno al ripristino delle condizioni d’agibilità delle infrastrutture di volo. Al momento si stima che le attività di volo potranno riprendere alle ore 18. I passeggeri sono quindi pregati di non recarsi in aeroporto se non dopo aver verificato con la compagnia aerea lo stato del proprio volo”.
Disagi a non finire quindi, non solo per i turisti. Ancora una volta la cenere del vulcano è caduta sul territorio di vari comuni etnei. La fontana di lava – spiega l’Ingv di Catania – ha prodotto una nube eruttiva che, nella fase più intensa, ha raggiunto un’altezza di circa 9.5 km sul livello del mare e si è dispersa principalmente nei settori sud ovest e sud est. È stata segnalata ricaduta di cenere in numerosi comuni etnei, a Vetore e a Nicolosi, Ragalna e Pedara, nel territorio di Giarre, Acitrezza, Aci Sant’Antonio.
“La cenere – dice il sindaco di Catania Enrico Trantino – ha ricoperto gran parte della città, dopo che erano state quasi completate le operazioni di rimozione della terra caduta il mese scorso. Il lato positivo è che ho visto tantissimi mezzi già impegnati nella pulizia; e che il quantitativo piovuto dovrebbe essere meno copioso dello scorso evento”. Il primo cittadino sui social esorta inoltre i cittadini a . “non deporre la terra raccolta nei balconi in strada, ma di conferirla nei centri comunali di raccolta”. “Sappiamo dobbiamo convivere con questi fenomeni, che consentono a mamma Etna di sfogarsi, impedendo più pericolose emissioni di magma.Se imprecare servisse, avrebbe senso farlo. Io preferisco pensare ai nostri connazionali romagnoli che, in occasione dell’ultima alluvione, cantando Romagna mia, si sono uniti e sbracciati per ripulire dal fango il loro territorio”, conclude.
Nel frattempo il sindaco di Aci Sant’Antonio Quintino Rocca chiede a gran voce l’intervento di Stato e Regione: “Un danno economico per gli operatori commerciali, per le attivita’ agricole, per gli operatori turistici. Una spesa insostenibile per i bilanci dei Comuni. Un problema di salute pubblica per chiunque. E’ una calamita’, insomma, e come tale va trattata. La Regione e lo Stato centrale battano un colpo”.

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