L’Etna in eruzione si trasforma sempre in un’attrazione irresistibile, ma il fascino del vulcano attivo più alto d’Europa porta con sé tanti disagi per le comunità dell’hinterland catanese e anche seri rischi e tanti pericoli.
Negli ultimi giorni, migliaia di persone si sono riversate sulle sue pendici, attratte dallo spettacolo della lava che lentamente scorre sulle nevi del versante sud-ovest. Un turismo del brivido che ricorda quanto accaduto di recente a Roccaraso, la località sciistica abruzzese presa d’assalto, con annesse polemiche, dai turisti. Qui però, c’è una variabile ben più imprevedibile: l’attività vulcanica.
L’attrazione dell’Etna è amplificata dai social, che moltiplicano la condivisione di immagini e video spettacolari, spingendo sempre più curiosi e appassionati a cercare un posto in prima fila. Il risultato è un vero e proprio caos: strade intasate da auto, bus e moto, parcheggi selvaggi e difficoltà di movimento per i mezzi di soccorso. Nel fine settimana, in particolare, l’afflusso è stato tale da richiedere l’intervento della Protezione civile, che ha attivato squadre di volontari per gestire il traffico e garantire la sicurezza.
A lanciare l’allarme nelle scorse ore è stato proprio il capo del Dipartimento della Protezione civile siciliana, Salvo Cocina, che ha segnalato al prefetto la criticità della situazione, chiedendo l’intervento delle Forze dell’ordine per evitare pericoli maggiori. “Centinaia di persone, quasi tutte ben attrezzate e accompagnate da guide esperte, stanno osservando il fenomeno. Ma nel pomeriggio di ieri, un migliaio di visitatori ha congestionato le strade provinciali, bloccando la circolazione e rendendo impossibile il passaggio dei mezzi di soccorso”, ha scritto Cocina in un post social corredato da foto della folla sulle piste dell’Etna.
Il problema principale resta quello di conciliare il desiderio di vivere da vicino l’eruzione con le necessarie misure di sicurezza. L’eventualità di un’improvvisa variazione dell’attività vulcanica, unita alla difficoltà di raggiungere tempestivamente eventuali feriti o dispersi, rende la situazione particolarmente delicata.
Nel frattempo, da segnalare che nonostante l’emissione di cenere lavica dai crateri sommitali dell’Etna, l’aeroporto di Catania non ha subito restrizioni al traffico aereo. La Sac, società di gestione dello scalo, ha confermato che tre settori dello spazio aereo a est dell’Etna rimarranno chiusi fino alle 9 di martedì, ma senza impatti sui voli in arrivo e in partenza. I passeggeri sono comunque invitati a verificare lo stato del proprio volo prima di recarsi in aeroporto.