Il risanamento delle baraccopoli di Messina diventa terreno di scontro dentro Forza Italia. La decisione del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, di avviare la procedura di revoca per il subcommissario Marcello Scurria ha innescato un duro confronto tra gli esponenti del partito, divisi tra chi difende la scelta del governatore e chi la contesta apertamente.
Palazzo d’Orléans ha ufficializzato l’avvio della procedura di revoca della nomina di Scurria, spiegando che il provvedimento è stato adottato “a seguito di specifiche criticità riscontrate nella gestione delle funzioni affidate”, che avrebbero fatto “venir meno il rapporto fiduciario con il presidente della Regione che lo ha nominato”. La legge prevede un iter amministrativo che concede all’interessato sette giorni per presentare le proprie controdeduzioni, prima che venga presa una decisione definitiva.
A chiarire la cornice procedurale della vicenda è intervenuto il deputato nazionale di Forza Italia, Tommaso Calderone, che ha ridimensionato la portata del provvedimento. “Ho avuto modo di ascoltare le dichiarazioni dell’avvocato Marcello Scurria, con le quali comunica la sua revoca di subcommissario di Governo. Al di là dei contenuti, è opportuno precisare che non si tratta, tecnicamente, di una revoca ma esclusivamente di un avvio di procedimento”, ha dichiarato.
Calderone ha sottolineato l’importanza di rispettare l’iter previsto dalla legge e ha criticato la scelta di Scurria di difendersi attraverso i media piuttosto che nelle sedi opportune: “L’avvocato Scurria aveva un termine per controdedurre alle contestazioni e le controdeduzioni, a mio avviso, andavano fatte nel procedimento e non sui giornali o in televisione. Se Scurria ritiene iniquo un eventuale provvedimento di revoca, non ancora adottato, è nel procedimento che si deve difendere”.
Dall’altro lato, la sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento e deputata messinese, Matilde Siracusano, anche lei di Forza Italia, ha attaccato duramente la scelta di Schifani, considerandola un grave errore politico e amministrativo. “La scelta del presidente della Regione Siciliana e commissario straordinario del governo per il risanamento delle baraccopoli di Messina, Renato Schifani, di revocare l’incarico di sub commissario a Marcello Scurria, è sbagliata ed incomprensibile”, ha dichiarato.
Siracusano ha poi evidenziato i risultati ottenuti nel percorso di risanamento: “Una scelta basata, infatti, su motivazioni di rilevanza microscopica rispetto agli straordinari progressi fatti per abbattere le baraccopoli e per restituire dignità a più di 700 famiglie – con donne, anziani, bambini e persone con disabilità – che sono passate dalle fogne delle baracche con tetti in eternit ad alloggi accoglienti e ad un’autentica speranza nel futuro”.
L’esponente azzurra teme che la decisione del governatore possa compromettere quanto costruito fino ad oggi, rischiando di avere “ripercussioni assai negative, e di interrompere questo percorso virtuoso che ci aveva fatto conoscere in tutta Italia come modello di risanamento e di inclusione sociale da emulare ed esportare”.
Il caso Scurria, dunque, non riguarda solo la gestione del risanamento delle baraccopoli di Messina, ma – a quanto pare – anche gli equilibri interni al partito. La frattura tra chi sostiene Schifani e chi invece ne contesta le scelte potrebbe avere ripercussioni ben oltre la questione specifica, rendendo ancora più tesi i rapporti dentro Forza Italia in Sicilia che, proprio in questi giorni, ha annunciato di aver raggiunto i 16mila iscritti al partito nell’Isola.