“Una piazza non solo di protesta ma anche di proposta”. E’ questo il messaggio che Sud chiama Nord, trascinata dal suo leader Cateno De Luca, lancia da Roma alla politica nazionale e al governo nel corso della “manifestazione di libertà” convocata a sostegno degli agricoltori e degli allevatori.
In mattinata circa quattrocento persone provenienti da varie regioni d’Italia, dalla Sicilia al Piemonte, si sono radunati in piazza Santi Apostoli per ascoltare le parole dei vertici di ScN e dei rappresentanti di categoria. Presenti sul palco anche sindaci e amministratori con la fascia tricolore, tra cui diversi della riviera jonica. A iniziare dal primo cittadino della città metropolitana di Messina Federico Basile, poi il sindaco di Santa Teresa Danilo Lo Giudice, di Roccalumera Giuseppe Lombardo, di Fiumedinisi Giovanni De Luca e l’assessore di Taormina Alessandra Cullurà. Presenti anche il deputato nazionale Francesco Gallo, il parlamentare siciliano Ismaele La Vardera, il sindaco di Riposto Davide Vasta.
La manifestazione è stata aperta dalla presidente del partito Laura Castelli che ha spiegato di aver “chiesto un momento a Lollobrigida per un confronto successivo a questa piazza. Ci ha detto di no”, parole che sono state accompagnate dai fischi dei manifestanti presenti in piazza.
“Oggi siamo in piazza per dire no a un’agricoltura classista verso la quale ci sta spingendo l’Unione Europea. Cibi buoni per chi se lo può permettere e porcherie per chi non se li può permettere. Il disegno ormai è chiaro” ha proseguito poi il leader nonché sindaco di Taormina De Luca. “Siamo qui a rivendicare meno Europa e più equità. Il sistema delle quote introdotto – ha aggiunto – ha fatto saltare l’equilibrio del tradizionale settore produttivo italiano, mettendo a rischio la competitività dei medi e piccoli produttori che rappresentano un patrimonio fondamentale per la nostra agricoltura”.
Ecco le richieste di Sud chiama Nord
- Fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali.
- Piano straordinario di ristrutturazione delle esposizioni finanziarie delle aziende agricole e delle cooperative.
- Riprogrammazione del Green Deal ed interventi sistemici.
- Combattere il dumping economico dei prodotti agricoli dei paesi extra UE.
- Abolizione dei vincoli e incentivi sulla produzione agroalimentare.
- Detassazione e semplificazione burocratica.
- Disincentivare la produzione ed il consumo di cibi sintetici.
- Limitare i danni prodotti dalla fauna selvatica.
- Rivalutazione della figura dell’agricoltore.
- Certificazione di origine e di qualità dei prodotti extraUE e potenziamento dei controlli agli ingressi.
- Piano straordinario quinquennale per l’agricoltura italiana.
- Basta con l’iniquo baratto: immediata revisione dei trattati europei.
In merito alle risorse finanziarie necessarie per mettere in campo queste manovre, ScN propone di modificare il Pnrr per ottenere i fondi necessari. Inoltre, suggerisce di utilizzare il REPowerEU per finanziare la compensazione ai costi dell’energia nei cicli produttivi e nella transizione energetica. Allo stesso tempo auspica che il Piano nazionale di coesione (Pnc) e i Fondi Strutturali e di Investimento Europei (Fsc) vengano impiegati per finanziare infrastrutture, acquisti, servizi e forniture necessari al settore agricolo. Infine, Sud Chiama Nord invita a considerare anche altri piani e programmi europei 2021-2027 per finanziare infrastrutture, acquisti, servizi e forniture nel settore agricolo.
De Luca ha poi di nuovo attaccato il ministro Salvini sul Ponte sullo Stretto e ha fatto riferimento alla situazione politica: “Stanotte – ha rivelato – in una delle tante sedute spiritiche mi hanno detto che sono antisistema: se il sistema è marcio, è fatto da mafiosi, da lobby, certo che sono antisistema. Se il sistema non è all’altezza del suo ruolo, lo dobbiamo cambiare. E siete voi che lo dovete cambiare”.
In vista della campagna per le elezioni di giugno, facendo riferimento all’emendamento al dl elettorale sulla raccolta firme per presentare le liste alle europee, ha aggiunto: “Siamo corteggiati, certo. Siamo la prima forza politica in Sicilia e lanciamo la campagna alle europee. Pensate che vogliono farci fuori con la lupara parlamentare. Ma che hanno in testa questi signori? Ci hanno minacciato. Ci hanno detto “vi stronchiamo uno dei requisiti che avete”, quello che abbiamo guadagnato il 25 settembre 2022″. “Tra un po’ – ha proseguito – aboliranno anche le elezioni, tanto è meglio avere in Parlamento persone che sculettano e che scodinzolano. Noi ci mettiamo la faccia, per un motivo semplice. Noi non proveniamo dal sistema, ma dal popolo, da gente che è partita dal Sud per andare a Nord per campare. Questi siamo e lanceremo la sfida al sistema. Noi non ci siamo mai venduti e dove abbiamo governato abbiamo fatto consenso”.
(Dario Rinaldi)